Stavo attraversando un periodo caratterizzato dall’indecisione.
La mia priorità assoluta era il lavoro, avevo un progetto da portare avanti.
Però ero molto perplesso perché avevo paura di non poter perseguire l’altro progetto che avevo, che era quello di stare con la famiglia.
Quindi mi sembrava che un obiettivo cozzasse con l’altro.
Dovevo capire “cosa fare da grande”.
Intanto cercavo un’azienda che potesse collaborare al mio progetto, capace di sostenere i miei ritmi e le mie idee.
Ma non ero riuscito a trovarla.
Pensavo che forse avrei dovuto ridurre la portata del mio obiettivo, che effettivamente era molto ambizioso.
Ma non la volevo ridurre.
Quindi continuavo a cercare.
Volevo raggiungere fortemente quell’obiettivo.
Prima però dovevo imparare a gestire tutte quelle situazioni che mi mettevano in difficoltà.
Il mio problema principale era che io con i clienti ero un santo, davo troppo, mi potevano chiedere di tutto, anche cose che non spettavano a me.
Quindi magari per aiutare loro, andavo a mettere in difficoltà me.
E questo continuo sopportare, ingoiare, fare tutto per il cliente, mi portava poi a scoppiare e avere reazioni spropositate con chi magari non c’entrava nulla.
Avevo scatti d’ira eccessiva.
Il fatto di accumulare tante situazioni mi faceva avere quelle reazioni.
In quei momenti era come se perdessi di lucidità, mi sentivo stanco, affaticato, proprio anche a livello fisico.
Dunque volevo imparare a gestire quell’eccessivo carico che mi portava ad essere irrequieto e nervoso e imparare a dire anche di no.
Anche per evitare di tornare a casa ed essere nervoso con i miei familiari perché magari avevo avuto una giornata frustrante.
Non avevo grandi paure, più che altro ero preso spesso dall’ansia, dal pensare di non farcela a fare qualcosa o a non riuscire a fare tutte le cose che avevo in programma per la giornata.
Dopo magari mi accorgevo di essere riuscito a fare tutto e mi dicevo: “ma chi me l’ha fatta fare a prendermi tutto questo veleno?”
Però me ne accorgevo solo dopo.
E la volta successiva ci ricascavo.
La rabbia e l’intolleranza per tutto quello che mi stava intorno aumentavano.
A un certo punto ho deciso che qualcosa doveva cambiare, perché quelle mie reazioni iniziavano ad essere pericolose per me e per chi mi stava intorno.
La paura di fare qualcosa di irrimediabile mi ha spinto a prendere provvedimenti.
E’ così che sono approdato al Metodo INCIMA, grazie anche alla spinta di mia moglie, che mi ha aiutato ad andare oltre il mio scetticismo.
“Se non vedo, non credo” era il mio motto.
Avevo sentito la testimonianza di persone che lo avevano già fatto, conoscevo Giuseppe Gaudioso.
E dopo un po’ di resistenze iniziali, sono partito.
Dopo il secondo weekend in Masseria, mi si è accesa la lampadina.
Sapevo cosa fare.
A livello lavorativo ho trovato delle soluzioni che mi permettono di stare più tempo con la mia famiglia.
Per esempio ho tagliato con quei clienti “problematici”, che mi facevano perdere solo tempo.
E ho trovato il modo per avere comunque lo stesso fatturato, pur avendo ridotto la clientela.
Ora il desiderio è quello di avere un’attività mia.
Ho già stilato un progettino.
E mi sono già messo in moto per realizzarlo.
E questa volta con l’intenzione di godermelo.
Prima mi capitava spesso di raggiungere gli obiettivi e realizzare qualche piccolo sogno e sentirmi contento.
Ma durava un attimo quella soddisfazione, poi subito passavo a un altro obiettivo.
La cosa che per me è più importante è il fatto di aver trovato un equilibrio nel mio atteggiamento emotivo.
Prima ero consapevole dei grandi cambiamenti che stavo portando avanti, ma emotivamente non li riuscivo a gestire.
Magari accadevano eventi negativi e io cadevo giù.
Oggi non mi sta accadendo.
Gli strumenti del Metodo INCIMA mi hanno aiutato molto.
Primo fra tutti il training con il Mind Re-Start.
Mi ha portato a ritrovare quella calma e quella tranquillità che non avevo più.
Mi sono accorto del mio cambiamento anche da piccole cose quotidiane.
Si sono verificati episodi in cui prima mi sarei incazzato, invece sono stato comprensivo e non ho chiuso le porte.
Oppure ricordo un lunedì mattina in cui ho aperto gli occhi e mi sono detto: “Che palle! Un’altra giornata pesante!”
E subito dopo me ne sono reso conto e mi sono detto: “No, ma cosa sto pensando? Io non sono più così”.
Era un pensiero che infatti non avevo più da quando c’è stato il primo weekend del corso.
Allora la prima cosa che ho fatto è stata mettermi le cuffiette e mi sono calmato, sono andati via i pensieri negativi.
E così mi sono alzato e ho affrontato quella giornata, riuscendo a fare tutto, senza la frenesia, senza arrabbiarmi, sono andato avanti con la tranquillità, quella che mi ha dato questo percorso.
Su Dario e Cristina mi sento di dare un feedback altissimo.
Se il punteggio massimo è 10, io direi 11.
Quando mi iscrissi a Libera La Tua Forza Interiore, non immaginavo tutto questo.
Sergio Bozzi