Sapevo di avere degli aspetti di me da trasformare.
Uno era sicuramente quello riguardante la sicurezza personale.
In determinati ambiti della mia vita ero molto sicuro, in altri ambiti però avevo delle grosse falle.
Una era la paura del nuovo, quell’ansia nel fronteggiare qualcosa che non conoscevo.
Mi facevo prendere dal timore di non riuscire, di fare le cose male, quindi la paura di sbagliare.
Questo mi bloccava e rendeva difficile prendere delle decisioni, mi faceva sentire più insicuro nell’agire, nel modo di pormi con gli altri.
Tendevo ad essere molto autoanalitico e questo molte volte, anziché aiutarmi, incrementava il meccanismo ansiogeno.
Rimuginavo e non riuscivo a controllare i pensieri, c’erano momenti in cui mi facevo assalire dalle paranoie, dalle preoccupazioni, e la mente andava per conto suo.
C’erano dei momenti in cui mi prendeva la fifa e volevo evadere dalle responsabilità, che sentivo come vincolanti.
Avevo un po’ questa “paura del vincolo”.
Oltre alla paura di non riuscire a realizzarmi sia economicamente che socialmente.
Infatti un altro aspetto migliorabile riguardava proprio le relazioni interpersonali, perché nonostante fossi una persona molto socievole, mi capitava spesso di non sentirmi a mio agio con degli sconosciuti.
Se avevo a che fare con persone che avvertivo come “non compatibili” con me, tendevo a mettere uno scudo, perché pensavo che potessero essere persone aggressive.
Questo mi faceva stare sempre sul chi va là e continuava ad aumentare la mia tendenza ad essere diffidente e mi portava a smorzare la mia natura.
Invece io desideravo essere spontaneo, con tutti e non solo con chi già conoscevo.
Mi sarebbe piaciuto avere un po’ più di faccia tosta.
Quando qualcosa non mi stava bene, non sempre riuscivo a dire la mia.
E invece volevo far sentire la mia voce e imparare a chiedere quello che mi spettava di diritto.
Si trattava proprio di darmi più valore.
Ero molto indipendente su vari fronti, ma desideravo esserlo anche dal punto di vista emotivo, che per me significava non dover dipendere dalla rassicurazione degli altri.
Volevo imparare ad auto-rassicurarmi.
Volevo eliminare l’ansia e l’insicurezza dalla mia vita.
Acquisire la capacità di affrontare cose nuove in modo sereno, superare la paura di non essere all’altezza delle responsabilità e il disagio nel rapporto con gli altri.
Da soli ci si può aiutare ma fino a un certo punto.
Ci sono situazioni in cui c’è tanta volontà di cambiare, però magari sei preso dalla quotidianità e non c’è nemmeno il tempo di soffermarsi su te stesso e ti dici: “vabbè, questo è un lato di me, me lo tengo così.”
E rimandi il cambiamento.
Quindi il coach è utile perché in tutta questa ragnatela di quotidianità, qualcuno dall’esterno ti indica la strada da prendere, ti fa vedere le cose su cui c’è bisogno di soffermarsi.
Il coach ti può fornire delle chiavi di accesso per risolvere il problema e darti degli strumenti che tu non conosci.
La leva che mi ha spinto a lanciarmi in questo percorso è stata principalmente la curiosità.
Sentivo già da un po’ di voler fare qualcosa e ho colto quest’occasione.
Non avevo mai fatto altri corsi o percorsi di crescita personale, però non ero nuovo ai concetti della fisica quantistica e della meditazione, per esempio.
Però non sapevo come fosse strutturato il percorso Libera la Tua Forza Interiore.
Provavo quindi molta curiosità e anche quell’ansia positiva che hai quando non sai cosa stai andando ad affrontare, però sai che stai andando a fare qualcosa di positivo.
Quindi ti aspetti di tutto e finché non sei sul posto c’è quell’adrenalina e quella voglia di vedere di cosa si tratta.
Credo che conoscere meglio sé stessi sia qualcosa che tutti dovremmo fare.
Ci sono tanti lati di noi che ci sono sconosciuti e in qualche modo ci ritroviamo a farci i conti, prima o poi.
Scoprire quali sono gli automatismi che abbiamo nella nostra mente per poter non solo comprendere le dinamiche del sé, tutto quello che noi siamo a livello interiore, ma anche scoprire gli strumenti per poter cambiare noi stessi; questo era quello che avrei voluto trovare nel Metodo INCIMA e questo è quello che ho trovato.
In sostanza si tratta di capire come attuare una trasformazione interiore a livello pratico.
Un percorso introspettivo e “spirituale”.
Io mi rendo conto che avevo delle forti resistenze al cambiamento e ci ho lavorato molto con le meditazioni e con tutti gli altri strumenti del Metodo.
Gran parte dei blocchi che avevo li ho rimossi.
Il Mind Re-Start è come un antinfiammatorio contro le convinzioni limitanti, perché le resistenze dell’inconscio un po’ ti arroventano il cervello e questo training ti aiuta a liberartene a livello inconscio.
All’inizio avevo difficoltà nel fare delle visualizzazioni vivide.
Poi con l’allenamento è diventato sempre più naturale.
È un training molto potente, quando lo fai ti cambia proprio il modo di vivere la giornata e quando non lo fai ne risenti.
È una sensazione di serenità amorevole.
Quando lo faccio mi sento ancora più empatico verso i colleghi, maggiormente ben disposto, tendo ad aiutare di più.
È una sensazione particolare, una fucina di belle sensazioni.
Le procedure settimanali del Metodo mi sono servite come mappa procedurale per avere delle coordinate sul lavoro da fare su me stesso, proprio uno schema ben definito che ti dà un ordine logico su come procedere.
Il lavoro di gruppo è stato sicuramente un momento di grande energia, l’ho trovato molto utile perché ti libera dai blocchi che puoi avere con le altre persone.
Quegli esercizi fatti in aula, ma anche solo il fatto di abbracciarsi, ti fanno sentire più apprezzato, più amato e ti fanno vedere che ci sono persone che provano i tuoi stessi disagi, le tue stesse difficoltà.
È un lavoro che aiuta soprattutto a empatizzare con l’altro e a lasciarsi un po’ andare, traendone la forza e la consapevolezza di non essere il solo ad avere delle insicurezze.
E poi il luogo in cui abbiamo trascorso il weekend è molto suggestivo.
Come dicevo, conoscevo già molti concetti, però la cosa incredibile è stato il fatto di trovare un riscontro tra quello che io già sapevo e avevo in parte anche intuito e le teorie che Cristina e Dario hanno esposto in aula.
Hanno confermato e rafforzato tutto questo con le loro conoscenze.
È come se si trattasse di una specie di infusione di concetti universali.
Nel momento in cui hai nuove conoscenze, automaticamente hai una maggiore consapevolezza, quindi riesci a fare chiarezza anche sui tuoi processi interni.
Adesso ho l’opportunità di avere nuovi strumenti per poter ottenere i miei obiettivi, quando invece prima magari c’erano le conoscenze, ma non sapevo come mettere in pratica.
Mi sento molto più tranquillo.
Prima mi sentivo molto più stressato, vivevo le cose in maniera più negativa.
Ero predisposto bene nei confronti del mondo, però ero bloccato dall’inconscio, probabilmente.
Quindi se dovessi fare una sintesi, direi che prima di fare il percorso del Metodo INCIMA mi sentivo più nervoso, più arrabbiato, più ansioso e avevo paura del nuovo, del cambiamento in generale.
Adesso reagisco con più serenità e pazienza a tutte le situazioni e in tutte i tipi di relazione.
Ho sostituito la rabbia con la comprensione, tendo ad essere più flessibile e predisposto al dialogo.
Quindi più calma, più flessibilità, maggiore capacità di comprendere gli altri.
Dario e Cristina sono meravigliosi perché, nel tuo sentirti a volte lontano dal mondo e dalle tue mete, riescono in qualche modo ad aiutarti come nessun altro.
Intervengono proprio su quello che è il tuo disagio legato alla distanza che c’è tra te e gli obiettivi che vuoi raggiungere.
Io li trovo unici da questo punto di vista.
E soprattutto quello che mi piace di loro è che accettano veramente qualsiasi diversità caratteriale, ogni sfaccettatura, e questa secondo me è una qualità che non tutti hanno.
Loro riescono ad andare anche al di là delle apparenze negative di una persona e riescono a vederci del buono, a trovarne il potenziale.
Credo che la massima aspirazione di un essere umano sia proprio quella di vivere una vita nel pieno delle sue possibilità.
Francesco Colaci