Ho iniziato Libera a Ottobre, quindi è trascorso un anno.
Avevo la necessità di riprendermi, perché ero in una fase difficile e particolare. Ero appena diventata mamma e avevo lasciato il lavoro. Ma la cosa più complicata era che vedevo tutto positivo, quando poi tutto positivo non era. Era come se cercassi di mettere la polvere sotto il tappeto, questa è la definizione che mi viene meglio, per non vedere determinate cose. Stavo male, anche se apparentemente gli altri mi vedevano bene, ma gli occhi non mentivano.
Infatti, la prima cosa che mi ha detto Cristina quando mi sono incontrata con lei, non lo dimenticherò mai, è stata “ti vedo sorridere, ma gli occhi non mentono”.
Le mie aspettative erano quelle di risollevarmi, uscire dal tunnel.
Avevo un sogno: stare bene io per far stare bene Nicolò.
Ho sempre lavorato con i bambini, sono un’educatrice di professione, e mi sono sempre occupata dell’armonia dei bambini, perciò quando è nato mio figlio, volevo trasmettergli tutto quello che avevo dato agli altri, renderlo sereno, felice e sicuro di sé, senza trasmettergli le mie insicurezze. Il mio sogno era quello di vivere in una casa tutta nostra e stare bene, essere tutti sereni e felici.
Ma avevo anche tante paure.
Innanzitutto avevo paura di trasmettere la mia ansia, i dubbi, le insicurezze e le paure a Nicolò, di vederlo crescere in maniera disarmonica. E poi di non riuscire a raggiungere i piccoli obiettivi per poi arrivare al grande sogno di cui ti parlavo prima. Non volevo di nuovo fallire.
Il soccombere, il non riuscire a dire nulla, mi faceva stare male e mi provocava dolore, ansia, stress, sofferenza. Mi facevo forza, me ne sentivo dire di tutti i colori ma non reagivo, non esternavo le mie idee.
Ad un certo punto, mi sentivo incapace di esprimermi.
Ero un vulcano inesploso.
In merito al Metodo, prima ancora di conoscerlo, speravo di trovare quello che alla fine ho trovato. Delle persone che mi hanno accolta, capita e che mi hanno aiutata a risalire prendendomi per mano, mi hanno risollevata. Non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine più profonda, grazie a loro ho ritrovato me stessa.
Dalla prima volta che ho incontrato Cristina e che mi ha detto quella frase, io mi sono completamente affidata. I dubbi mi sono venuti quando, ad inizio percorso, era venuta la febbre a Nicolò, non sapevo chi me lo potesse tenere, però tutto si è sistemato da sé perché era quello che volevo. La mia paura era legata alla possibilità di non riuscire, ma dopo il primo giorno, non mi ha fermata più niente, sono andata avanti come un treno.
Giorno dopo giorno sto vincendo la paura di cambiare e di far emergere tante paure inconsce, che non vedevo. Ho dovuto far emergere la mia parte negativa, perché io mi reputavo sempre bella, buona, brava, non dovevo mai sbagliare e invece ho fatto un lavoro su me stessa. Ho fatto emergere le mie resistenze legate a dei problemi di salute in famiglia, alla paura del futuro, ai pensieri di non riuscire nonostante i mille sforzi.
Non riuscivo a capire dove sbagliavo.
Una cosa che ricordo in particolare è che non riuscivo più a piangere. Il secondo giorno di Libera mi sono fatta un pianto liberatorio ed è stato come ricominciare a respirare.
Le motivazioni più forti, le molle che mi hanno spinto a partecipare sono state: mio figlio, mio marito e l’amore per il mio lavoro. Mi motivano ogni giorno, ogni mattina quando mi alzo dico sempre “grazie”.
Una volta iniziato il percorso e in questo anno trascorso dopo il primo weekend di Libera la tua Forza Interiore, ho riscontrato miglioramenti in tutti gli ambiti.
Oggi mi sento come se avessi preso un treno e fossi partita, ma sono ancora in viaggio. Il processo di crescita è continuo. Vedo mio figlio più sereno perché io sono più serena, cerco di essere una brava mamma, di prendere il meglio.
Ho imparato, quando c’è una giornata no, quando sono più nervosa, ad allontanarmi un attimo, in modo tale da non far avvertire a mio figlio il mio nervosismo di quel momento. Con Danilo, che è la persona che vedo di più tutti i giorni, do il meglio di me, è diverso l’approccio quando mi arrabbio, riesco a dire quello che penso.
Insieme, affrontiamo delle difficoltà delle quali prima non parlavamo mai.
Adesso ne parliamo, ci confrontiamo e questo penso sia un cambiamento molto importante.
Nel lavoro sono ritornata a fare quello che ho sempre fatto ma in una modalità diversa, lavoro sui miei punti di forza e su quello che so fare meno.
È proprio cambiato il mio approccio rispetto alle cose, ho imparato a prendere tutto con più leggerezza. Se mi viene rivolta una critica non mi mortifico come facevo prima, che mi chiudevo come una tartaruga nel suo guscio, adesso sono più aperta, in questo sono migliorata tanto.
Il Metodo INCIMA mi ha aiutata a migliorare la relazione con la mia famiglia. Da piccola dovevo sempre essere la prima in tutto per i miei genitori, in modo da poter avere tanti riscontri positivi. Poi ho capito, con il coach che, anche quando sbaglio, l’amore dei miei genitori non cambia nei miei confronti.
E anche nel momento più brutto della mia vita, prima di iniziare Libera, comunque ho avuto il loro appoggio, indipendentemente, quindi mi sono rivista io, grazie al corso, in un’ottica diversa. Ho fatto un percorso su di me. Accetto, adesso, anche i miei difetti, perché è normale che ci siano. Prima me ne facevo una colpa, ero un continuo senso di colpa, adesso so come intervenire.
C’è stato un solo momento, per quanto possa sembrare banale, in cui ho dovuto attingere a tutta la mia forza interiore perché sono stata assalita dalla paura di non riuscire.
È stato durante il secondo weekend di Libera, non riuscivo a superare la “prova speciale” che i coach avevano confezionato per me. Ero piena di rabbia e andavo di impeto, non riuscivo perché ero troppo rabbiosa.
Cristina mi disse: “adesso sai che non molli, proprio adesso ce la devi fare”. E proprio in quel momento mi sono proiettata nel futuro e ho visto un’immagine precisa di me che lavoravo con i bambini e mio figlio che mi chiamava dall’altra parte insieme a Danilo. È come se fosse volata via la rabbia e c’ero solo io e il mio sogno da raggiungere. È così che sono riuscita a superare quella prova. Non lo scorderò mai per tutto il resto della mia vita.
In quest’ultimo anno, dall’inizio del percorso, mi sono rimboccata le maniche e ho messo tutto il mio impegno, soprattutto all’inizio, durante i coaching, dopo le telefonate con Cristina, perché emergeva spesso la parte negativa di me. Ho dovuto accogliere questa parte negativa, accettarla e adesso so che fa parte di me. Quella positiva la conoscevo, era quella su cui facevo leva.
Oggi, penso che avrei dovuto farlo molto tempo prima il percorso, ma avevo un freno molto potente: la mia rigidità. Io non credevo di essere una persona rigida, anzi tutt’altro.
È una rigidità velata che c’è sempre, anche oggi, però cerco tutti i giorni, con le meditazioni quotidiane, gli esercizi di training personalizzato Mind Re-Start, di smussare ogni lato di rigidità che ho. È come se stessi affrontando una corsa ad ostacoli, cado la prima volta, la seconda, ma se mi alleno inizio a non buttare più a terra gli ostacoli, a saltarli uno alla volta.
Anche se a volte mi perdo perché ci sono sempre delle rigidità che emergono, sono serena, sono calma, cerco di concentrarmi su quello che devo fare, sono più serena nell’affrontare le situazioni.
Grazie al Metodo, oggi, sono la vera Tamara. Sono io con tutto il mio mondo, con i miei pregi, con i miei difetti, con le mie paure, con i miei dubbi, con le mie forze, nel bene e nel male, sono io. Prima ero una parte, adesso sono completa, mi vedo. È come se riuscissi a guardarmi da fuori, a vedermi, invece prima, vedevo solo quello che gli altri mi facevano vedere di riflesso in me.
Prima mi convincevo di essere solo quello che gli altri vedevano di me, adesso sono io. So cosa mi piace, cosa non mi piace, cosa voglio cambiare e cosa no, parte tutto da me e non da decisioni che prendono altri. Mi sono riscoperta, sono tornata a vivere. Con la nascita di mio figlio è come se avessi fatto la gravidanza per lui e fossi venuta al mondo io.
Del Metodo INCIMA ho apprezzato davvero tutto. La professionalità delle persone, il loro modo di accogliermi, il loro modo di farmi arrivare alla soluzione senza darmi loro la soluzione. Mi hanno guidata, passo dopo passo, insegnandomi a vedermi e a scoprirmi.
Inizialmente, c’è un incontro con una persona altamente qualificata, che cerca di capire quali sono i tuoi dubbi, le tue incertezze o le motivazioni che ti spingono a fare un determinato tipo di cambiamento.
Il primo passo è capire che c’è bisogno di un cambiamento, il secondo passo è quello di iniziare il cambiamento, quindi fare il corso, con la voglia di cambiare, partire dalla volontà di cambiare, avere il giusto atteggiamento. Il terzo passo è accogliere tutto ciò che viene, aprirsi, per quanto non si conoscano le persone, cercando di lasciarsi andare, senza imporsi nulla.
Una volta che si è presa la decisione di cambiare, bisogna poi essere costanti, continuare a credere nel proprio cambiamento, ascoltare i consigli che vengono dati e soprattutto seguire attentamente le 7 procedure del Metodo: una strada potentissima e infallibile. Basta seguirla pazientemente.
Fondamentalmente è un profondo lavoro di crescita interiore, nel senso di credere in quello che si sta facendo. È importante la costanza con gli esercizi di training personalizzati. Ci possono essere dei momenti che compaiono all’improvviso e che non ti permettono di andare avanti ed è lì che bisogna crederci ancora di più, non perdendo mai di vista il proprio obiettivo, passo dopo passo.
Ma la presenza dei coach ti aiuta anche in quei momenti.
Tamara Burrasca