All’età di 63 anni stavo ancora pensando cosa fare da grande.

Mi sono ritrovata all’improvviso a casa, dopo 40 anni di lavoro, in seguito a un prepensionamento forzato.

Non ero abituata a non lavorare e la vita da casalinga non mi piaceva per niente.

Ma soprattutto avevo il terrore di non riuscire ad avere una tranquillità economica per affrontare la vecchiaia serenamente.

Questa cosa mi destabilizzava completamente.

Dopo un po’ ho avuto la proposta di un nuovo lavoro, ma avevo tantissimi dubbi.

Mi riempivo di domande.

E mi continuavo a chiedere perché fossi sempre più incostante.

Non mi piaceva quell’azienda o credevo di non essere capace a fare quel lavoro?

Ero sempre più confusa.

Continuavo comunque a cercare altro.

Hidden Content

Ero alla ricerca di un’idea, di qualcosa…

Stavo pensando anche alla possibilità di aprire una mia attività, ma i rischi erano grossi.

Nella testa mi giravano troppi pensieri negativi.

E aumentava sempre più la preoccupazione del domani.

La speranza era quella di ritrovare quella serenità finanziaria che non c’era più, affrontare la pensione con una tranquillità economica.

Volevo vendere una casa per trasferirmi sul mare con mio marito.

Quello era il mio sogno.

Ma non ci riuscivo.

Nonostante avessi più tempo visto che non lavoravo, lo sprecavo senza concretizzare molto e questo mi dava fastidio.

E non riuscivo nemmeno a godermelo quel tempo libero.

Dovevo imparare ad essere più organizzata.

Continuavo a pensare a cosa potessi fare e la confusione aumentava.

Ero sempre più indecisa.

Oltre a una sicurezza economica, mi mancava anche quella sicurezza personale che mi avrebbe portato a fare una scelta saggia.

Mi ero molto chiusa e avevo problemi a entrare in relazione con degli estranei.

E questo alimentava l’ansia.

Volevo avere un po’ più la “faccia tosta”, per riuscire ad esprimere quello che pensavo.

E sistemare anche delle cose a livello familiare, relative a situazioni di scontro con alcuni componenti della famiglia in particolare.

Altra cosa che mi procurava molto malessere.

Il tutto era aggravato anche da alcuni problemi di salute, non gravissimi, che però mi causavano molto disagio, a volte mi costringevano a stare a letto tutto il giorno.

I medici non sapevano dirmi quali fossero le cause, ipotizzavano che fosse lo stress.

Infatti quando ero più tesa la situazione peggiorava e io iniziavo ad andare un po’ in paranoia. Tutta questa serie di motivi mi hanno portato a riavvicinarmi al Metodo INCIMA dopo tantissimo tempo.

Io questo percorso lo avevo già fatto circa 10 anni prima.

E dopo tutti questi anni di lontananza, mi mancava.

In realtà ho sempre continuato a seguire Dario e Cristina sul loro sito, sulla pagina Facebook, sui canali Youtube.

A loro sono rimasta molto legata, anche perché ho avuto delle grandi soddisfazioni, dei ritorni importanti da quel percorso.

E ho visto che molte cose erano cambiate nel corso del tempo, quindi ero molto curiosa di sperimentare tutte queste novità.

Ed ero molto felice di rifarlo, è stata una scelta molto consapevole.

Erano maturati di nuovi i tempi per un’ulteriore svolta.

Ho approfittato di una conferenza di Dario a Lecce per portare anche mia nipote, che aveva bisogno di aiuto.

Diciamo che mia nipote è stata un po’ la scusa per riavvicinarmi al Metodo.

Alla fine abbiamo deciso di fare questo viaggio insieme.

Questa volta però ho promesso a me stessa che ce l’avrei messa tutta e soprattutto che sarei stata costante nel seguire le indicazioni che ci avrebbero fornito.

Quindi volevo evitare di essere incostante come lo ero stata in passato.

Ero intenzionata a ripartire con il piede giusto e non fermarmi più.

Mi sono resa conto che c’è stata un’evoluzione enorme nella metodologia del percorso rispetto a quando lo feci io.

Innanzitutto ora esiste un programma di training mentale che puoi fare a casa, il Mind Re-start ed è una cosa sacrosanta.

Le meditazioni mi danno carica ogni volta che le faccio.

La sessioni con il coach rimangono sempre uno strumento essenziale.

Ci sono momenti in cui l’attenzione cala, il coach se ne rende conto e interviene per darti una mano.

Ti aiuta a fare chiarezza, ad applicare le procedure, ti dà nuovamente fiducia quando si sta abbassando.

Ho ottenuto ancora più risultati dell’altra volta, sia per il nuovo sistema che è senza dubbio più efficace, sia per l’impegno che questa volta ci ho messo io.

Adesso sto meglio, ho meno pensieri negativi, se mi vengono me li faccio passare, nel senso che mi parlo, mi rassereno, ho un dialogo diverso con me stessa.

Prima avevo tante paure, adesso stanno diminuendo.

Posso dire di aver ritrovato quella serenità interiore che avevo perso.

Qualche mese fa ero molto insicura, indecisa, chiusa.

Adesso invece mi sento di nuovo sicura di potercela fare e questo mi dà felicità.

Sono più ottimista, più fiduciosa nelle mie capacità.

Il lavoro in gruppo mi ha aiutato a sentirmi stimolata.

Si crea un’energia totale che ti dà quella spinta necessaria per proseguire.

Io ci credo nell’unione delle forze, quanta più energia c’è più le cose si riescono a fare con maggiore facilità.

Sarebbe l’ideale rimanere sempre in gruppo.

Infatti, nonostante le mie difficoltà economiche, ho deciso di proseguire il mio cammino.

Questa volta non lo mollo.

Nonostante sono stata tanti anni lontana da questo sistema, ne ho sempre parlato bene.

Però adesso voglio rimanere più vicina e poter diffondere il messaggio del Metodo INCIMA tra la gente e aiutare più persone possibili.

La sento proprio come una mia missione di vita.

Mi rendo conto che se la moltitudine delle persone che incontro ogni giorno avesse queste conoscenze, non ci sarebbero tante cose brutte nel mondo.

Ci dovrebbero essere tante persone come Dario e Cristina, voglio loro bene come fossero miei figli e auguro ogni bene possibile a questi due ragazzi perché sono persone eccezionali, li sento molto vicini.

Hidden Content

Ecco perché mi piacerebbe aiutarli affinchè il Metodo INCIMA venisse conosciuto da una moltitudine di persone.

Perché è un Metodo che fa bene, non sono i soliti corsi motivazionali, dove poi sotto alla fin fine c’è solo l’interesse economico.

Quello è normale che ci sia anche, perché comunque dietro c’è tutto un contorno oneroso, c’è tanto impegno e dedizione, quindi è giusto che ci sia.

Però loro alla fine ti portano a conoscere la spiritualità.

La maggior parte degli altri corsi porta invece principalmente alla materialità.

C’è bisogno di spiritualità nel mondo.

E’ quello che fa la differenza.

Franca Tripoli