Quando si arriva alla soglia dei 40 anni a corto di relazioni non è bello.

Ero arrabbiato con la vita e con il mondo, iper stressato e depresso, mi ritenevo uno sfigato, non all’altezza degli altri.

Ero una persona poco intraprendente, mi ritenevo un debole perché subivo determinate circostanze.

Mi aspettavo sempre il peggio e finivo costantemente per rimuginare sul passato.

Avevo cominciato a risentirne anche a livello fisico oltre che psicologico.

La mia problematica più grande era proprio l’ansia, che somatizzavo nel corpo e la cosa mi faceva stare parecchio male.

Mi faceva a pezzi.

A casa c’era un rapporto conflittuale, soprattutto con mia madre, che con il suo atteggiamento alimentava la mia ansia.

Ogni volta che dovevo fare qualcosa ci pensavo troppo e non agivo.

Avevo tante idee, ma non avevo il coraggio di buttarmi.

Volevo liberarmi da tutti quei cattivi pensieri che mi divoravano.

Mi serviva essere più deciso, più volitivo, più positivo e riuscire ad intraprendere dei progetti. Cosa che non facevo perché alla base avevo paura di fallire, di star male, di essere giudicato incapace o fallito.

Speravo di trovare un modo per superare i miei limiti, la scarsa fiducia in me stesso, per diventare una persona più intraprendente, per abbandonare la rigidità, che mi portava costantemente a giudicare me stesso e gli altri.

Quel maledetto giudizio, che mi ha annientato nel corso degli anni.

Avevo realizzato che se si è così sensibili verso un giudizio che si riceve, è chiaro che il problema è nella sicurezza in sè stessi, tutto verte su quello.

E riacquisendo quella sicurezza tutto sarebbe migliorato, le relazioni familiari, quelle esterne che avevo perso e volevo recuperare, quelle che stavano per morire…

E avrei riconquistato anche la mia indipendenza e la velocità nel prendere decisioni.

Non potevo più permettere che un’incazzatura mi contraesse, proprio a livello muscolare, per settimane o che la preoccupazione non mi facesse dormire la notte, che l’intestino reagisse male…

Si accumulavano questi e tanti altri disturbi psicosomatici.

Se non avessi fatto qualcosa, a 40 anni non ci sarei arrivato!

Un giorno venni a sapere, tramite internet, di un incontro dal vivo che si sarebbe tenuto a Bari sul Metodo INCIMA.

Sembrava interessante e ci sono andato.

Mi sono completamente rispecchiato nelle parole di Dario e Cristina, per cui mi son detto: “C***o, è come se mi conoscessero già!”.

In particolare ho riconosciuto il fatto che se si va da uno psicologo o si seguono i classici corsi di formazione/crescita personale, si identifica il proprio problema e per qualche giorno si riesce a stare meglio e magari anche a mettere in pratica per un po’ quello che si è appreso.

Però dopo un po’ ci si perde ed in questo io mi ci sono ritrovato pienamente perché mi è successo più volte.

Inizialmente temevo l’idea che questo percorso non avrebbe funzionato, che sarei tornato al punto di partenza.

Avevo un po’ d’ansia, ovviamente!

Ma poi ho pensato solo a sfruttare al meglio l’opportunità di migliorare.

All’arrivo in Masseria ero molto fiducioso.

Il lavoro con il gruppo mi ha dato la consapevolezza che quei problemi non erano solo miei, ho capito che l’insicurezza era un problema di molti.

Stare con persone che vivono le tue stesse difficoltà ti apre gli occhi, ti dona sollievo.

All’inizio pensavo: “ma chi ci sarà quell’altro che sta nelle mie stesse condizioni?! Al massimo qualche altro sfigato, due o tre in tutto il mondo”.

Non avevo consapevolezza della fragilità della gente comune, pensavo di essere il solo e ho capito che non ci avevo capito nulla!

È stata la prima volta nella mia vita ad aver condiviso tutto di me con altre persone, mi sono sentito parte di una squadra, in tutti i sensi.

Mi sentivo protetto e nel mio habitat, tra gente “come me”, eravamo delle voci all’unisono.

Quel weekend è stato come prendere un’anima e portarla in paradiso.

Lì è andato tutto bene, anche se a un certo punto mi sono chiesto cosa sarebbe successo dopo, quando sarei tornato all’inferno della vita quotidiana.

E lì il supporto del coach si è rivelato fondamentale per farmi rimanere in carreggiata, per farmi riflettere e mettere in atto tutti gli strumenti che avevamo a disposizione.

E via via gli scivoloni diventavano sempre meno frequenti.

Nella figura del coach ho ritrovato quella guida che non avevo mai avuto, nemmeno in famiglia.

Il facilitatore, che era una persona molto simile a me, come se fosse la mia parte femminile, mi ha dimostrato con il suo esempio che il Metodo potesse funzionare anche per me.

Il Mind Re-start mi ha aiutato ad allentare l’ansia

Il fatto di prendermi 20 minuti per me e concentrarmi solo quello, mi ha fatto scoprire una quiete mai provata.

Mi ha aiutato anche sull’aspetto spirituale, mi ha acceso la luce, perché ero estremamente razionale, anche per via dei valori che mi erano stati inculcati. 

La parte spirituale l’avevo sempre tralasciata e invece è importantissima perchè ti aiuta a comprendere meglio non solo te stesso ma anche gli altri.

In passato mi sono sempre chiesto il perché di determinate problematiche, perché mi scontrassi in molte relazioni o perché subissi così tanto lo stress.

Durante questo percorso mi sono reso conto che parte tutto da determinate convinzioni, che poi si trasformano in aspettative.

Hidden Content

Mi chiedevo come mai nella mia vita si ripetessero regolarmente delle situazioni, come ad esempio iniziare un lavoro, stancarmi e abbandonarlo.

Oppure iniziare una relazione, stressarmi e abbandonarla.

È stato solo grazie al Metodo INCIMA che sono finalmente riuscito a dare una risposta a tutto questo.

In passato, è come se avessi sempre cercato di evitare le situazioni problematiche, le vedevo come una rogna.  E più le evitavo, più mi beccavano.

Non mi ero mai reso conto che questa scarsa voglia di affrontare le difficoltà, le attirava ancora di più a me, come una calamita attira il ferro.

Oggi non mi frena più nulla.

Faccio tante cose nuove, a differenza di prima che ero un abitudinario di quelli tremendi.

Per esempio, se ero in un bar, pur avendo la possibilità di parlare con uno sconosciuto, non lo facevo.

Ora invece lo faccio con molto piacere e penso: “ma come ho fatto a non farlo prima, che mi passava per la testa?”.

Oggi sono più felice, più positivo, più aperto verso gli altri, non giudico più.

Prima, se succedeva qualcosa di avverso, pensavo: “sono un cretino!” e lo stesso facevo con gli altri.

Ora tendo a indulgere verso chi sbaglia, non sto più a puntargli il dito contro, perché non giudicando più in malo modo me stesso, non giudico nemmeno gli altri, ma cerco di comprendere il loro punto di vista.

In questo modo tutte le mie relazioni sono nettamente migliorate.

Il Metodo INCIMA è un percorso che inizialmente fa leva proprio sulla consapevolezza, sul farci capire come funzioniamo.

All’improvviso si accende una lampadina.

E poi ti butti nella parte pratica, dove inizi a constatare che se fai cose diverse effettivamente ottieni risultati diversi.

La costanza e la praticità sono gli elementi più premianti del Metodo.

Il Metodo si basa su cose pratiche da applicare, è un allenamento, oltre che un bagaglio di conoscenze.

Ti mette davanti ai tuoi limiti. E poi però ti dice COSA E COME FARE.

Consapevolezza prima e pratica poi.

Io in circa cinque mesi ho avuto un cambiamento radicale.

Ho tirato fuori la mia parte migliore, che avevo, come tutti… ma pensavo di non avere.Oggi sono una persona più consapevole e intraprendente.

Oggi sono una persona più consapevole e intraprendente.

So che nella vita ci possono essere delle difficoltà e sono pronto ad accettare le sfide.

E se ce l’ho fatta io può farcela chiunque.

Dario Sciancalepore

 

Hidden Content