Mi sentivo la persona più inadeguata di questo mondo.

Il timore di non essere accettata era una cosa che probabilmente mi portavo sin da piccola.

Sentivo di stare sempre un passo indietro rispetto agli altri, come se ci fosse sempre qualcuno migliore di me e rischiavo di essere sovrastata dalle persone.

Non riuscivo ad esporre in maniera adeguata il mio pensiero, a far ascoltare le mie proposte, a dare valore alle mie idee, facevo fatica a far arrivare il mio messaggio in modo sicuro e deciso ai miei interlocutori.

Mi sentivo letteralmente soffocata da un insieme di sensazioni negative che mi stavano rendendo la vita impossibile: paura di non farcela, paura di agire, senso di inadeguatezza, poca fiducia e poca stima di me.

Tutte queste paure mi impedivano di sfruttare quelle che erano veramente le mie potenzialità e si ripercuotevano anche nella vita lavorativa.

Una delle mie più grandi paure era proprio quella di non riuscire nel lavoro, non essere abbastanza brava… e la quotidianità è fatta sostanzialmente di lavoro.

Avevo il terrore di perdere tempo nell’arco della giornata, allora mi chiedevo: “Ma sto sfruttando bene sto tempo? Sto facendo bene?”, e facevo in continuazione il resoconto di tutto quello che avevo fatto, ero severissima con me.

Usavo solo la metà delle mie energie; qualsiasi cosa dovessi fare, anche una sciocchezza, era come se dovessi scalare una montagna. Era come se avessi una palla al piede: volevo andare, ma non ci riuscivo, sapevo che dall’altra parte c’era del bello, però non ce la facevo.

Facevo a botte con me stessa, mi prendevo a botte da sola.
Un continuo tormento nella mia testa. Non poteva andare avanti così.

Volevo uscire da quello stato, riconoscevo quelle sensazioni che mi tenevano bloccata, riconoscevo che non andavano bene, riconoscevo le giornate in cui volevo fare tanto ma mi bloccavo.

Era come se sapessi di dover fare qualcosa, come dire “È quella la porta, devi uscire”, ma era come se avessi qualcuno e qualcosa che mi trattenesse.

E non riuscivo ad uscire.

”Se c’era una porta forse poteva esserci anche una chiave ” pensavo.

Qualcosa che mi permettesse di entrare dentro di me e capire le cause che mi provocavano quel malessere e riuscire poi veramente a fare quello che volevo fare ed essere la persona che volevo essere, senza paure.

Innanzitutto volevo stare bene a livello salutare, perché a seguito di un serio problema avuto negli anni precedenti, avevo iniziato a mettere al primo posto la salute. Poi riuscire a essere più sicura e più assertiva, più forte, riacquistare la serenità, ritornare a lavorare con entusiasmo e riuscire ad affrontare le difficoltà.

Riuscire a rispettare i miei tempi senza mettermi fretta e senza più giudicarmi. Per tornare a rivedere pienamente il sole dovevo cambiare il mio modo d’essere. Intanto nulla cambiava, quella sensazione di sofferenza e di ansia aumentava e la situazione mi stava sfuggendo di mano.

Così ho deciso che dovevo per forza chiedere aiuto.

Non ce la facevo più a sentirmi così! E mi si è affacciata l’idea del Metodo INCIMA.

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Seguivo Dario e Cristina già da due anni, tramite la loro pagina Fb, i loro video su youtube, il sito sul web. Ormai mi era chiaro che non era il classico corso di formazione, che ti carica per due, tre giorni e poi finisce lì.

Leggevo le testimonianze di chi aveva già partecipato e mi rispecchiavo nelle loro storie, nelle loro paure, nei loro stati d’animo e mi chiedevo:  “E se per me non funziona?”… “ Sarò in grado, non sarò in grado? Ce la faccio, non ce la faccio?”… Però poi mi sono detta “Tania, se vuoi iniziare qualcosa, devi decidere e agire. Chiama e prenota il posto!”.

Sapevo che anche il solo presenziare alla prima conferenza significava iniziare a smuovere quelle sensazioni ben accomodate dentro di me, che erano quelle che mi facevano male, quelle che mi facevano rimanere nella cosiddetta zona di comfort.

Bisogna avere la forza di mettere da parte tutto questo e buttarsi.
Devi iniziare a rompere tutto se vuoi ricostruire!

Prima di iniziare il percorso vero e proprio avevo timore della novità. Non riuscivo ad immaginare cosa mi aspettava, sapevo però che qualcosa sarebbe successo, avevo fiducia che qualcosa in me sarebbe cambiata.

All’inizio ho avuto momenti di ansia, pensavo che tutti gli altri miei compagni fossero più capaci di me, ho avuto timore di non riuscire a comprendere bene i concetti. Ho anche pensato: ”risulterò antipatica a qualcuno?”.

Ma alla fine delle tre giornate in Masseria mi sono resa conto che era successo qualcosa di bello dentro di me, mi sentivo protetta e che quella specie di busta di plastica nera che per tanto tempo mi aveva soffocata, finalmente era ridotta a
brandelli e riprendevo a respirare aria pura, aria nuova

Non è stato il classico corso di formazione, ma qualcosa che ha toccato l’anima nella sua parte più intima. Tutto mi emozionava, avevo sempre le lacrime agli occhi dal’emozione.

Quelle giornate, il lavoro di gruppo sono fondamentali. Di certo non basta vedere dei video su YouTube.

Il training mentale Mind Re-Start mi ha dato un senso di pace, di calma, di quiete interiore.

È come se fosse un rifugio, qualcosa che sapevo esserci, sempre. Che potevo fare quando volevo, quindi il mio momento di tranquillità, il momento in cui mi caricavo, dove ritornavo a rilassare e ripulire la mente e centrare di nuovo il focus nei
momenti in cui lo perdevo o stavo per perderlo.

Anche l’essere affiancata dal coach e dal facilitatore è fondamentale.
Sai di avere a che fare con persone molto esperte, in gamba, a cui fare riferimento, che ti possono aiutare. Il corso, la formazione, non ha senso se poi non sei seguito da qualcuno.

Magari ti rivolgi a uno psicologo per farti aiutare, però io avevo capito che lo psicologo non c’entrava niente con me. Ogni coaching è stata diversa dall’altra. Ognuna mi è stata utile per quel preciso momento che stavo vivendo e ho provato ogni volta emozioni diverse.

Delle volte sinceramente mi è sembrato anche un po’ difficoltoso, ma quando non mi facevo prendere dall’ansia della fretta, mi rendevo conto che era normale che fosse così perché si tratta di un processo e bisogna darsi il giusto tempo per lavorare sulle proprie reti neurali, sulle abitudini.

Capisci quindi che a un certo punto è solo questione di allenamento e anche se all’inizio ti sforzi un po’, poi ti viene tutto spontaneo. Con il passare delle settimane ho imparato anche a fronteggiare le resistenze che ogni tanto si presentano.

È un percorso di evoluzione.

Ho incontrato le persone che mi consentono di crescere e voglio continuare a farlo perché so che questo si ripercuoterà in ogni aspetto della mia vita.

Sono finalmente uscita dalla condizione di stallo.

Sono più calma e più paziente e anche se dovesse capitare di arrabbiarmi, ora sono consapevole del perché perdo la calma e del perché poi la riacquisisco. Quindi mi rendo proprio conto dei meccanismi mentali che ci sono dietro.

Uno dei primi risultati è stato l’abbandono dei giudizi, quindi imparare a non giudicarmi e non giudicare. Prima mi giudicavo in continuazione, ora mi dico “No Tania, no, basta giudicarsi”.

Rispetto a tutti i corsi che ho fatto in passato, e ce ne sono tanti, questo tipo di lavoro scende in profondità, va alle cause che stanno alla base dei nostri stati d’animo, quindi va ad agire proprio dall’interno.

E automaticamente cambia tutto il resto.

Per questo motivo mi sento di consigliare fortemente il Metodo INCIMA, anche se, per quanto io lo possa raccontare, non è facile capire quello che effettivamente è se non lo vivi sulla tua pelle. E poi Dario e Cristina sono stratosferici, sono una potenza pazzesca.

Io mi sento una persona nuova, come se avessi definitivamente oltrepassato il muro che mi teneva nel passato e mi separava dal futuro.

Tania Congedo

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