Devo dire grazie ad una crisi profonda se oggi sono rinata.

Devo dire grazie ad una crisi profonda se oggi sono rinata.

Circa un un anno fa la mia vita, quello per cui avevo lottato e quello in cui avevo “sperato” si è scontrato contro un muro. Ha smesso di fluire.

La mia vita, l’intera vita, ha avuto una battuta d’arresto.

Ho vissuto e subito l’ineluttabile svolta della mia vita (felice o apparentemente felice) e sono precipitata giù, in un baratro senza fine.

Sono crollate tutte le mie certezze. La mia tristezza, la mia frustrazione, la mia stanchezza mi toccava nell’anima.

E come succede di solito in questi casi, non avevo neppure la libertà di manifestare pubblicamente la mia caduta.

Per un periodo indefinibile, il mondo mi avrebbe vista attraverso una maschera.

Non voglio farla più tragica di quanto lo fosse, ma stavo davvero molto male.

Relazioni ormai difficili da anni mi avevano cristallizzato in uno stato di rigidità tale che il mio non era più un vivere ma un sopravvivere alla vita. 

Facevo ripetutamente le stesse cose senza metterci un briciolo di entusiasmo. Nessuna passione. Ero imprigionata nella cella dei miei schemi, rigidamente cristallizzati nei miei modi di pensare, di fare, di parlare.

Non ne sarei mai più uscita. La vita era diventata una continua corsa ad ostacoli: organizzare tutto per tutti era ormai fonte di stress e arrabbiature continue.

La verità era che non accettavo che le cose andassero diversamente da come le avevo pensate io.

Ormai anche le occasioni di divertimento e relax creavano stati di tensione emotiva tali per cui non riuscivo a provare piacere per me.

Mi rifugiavo nel piacere altrui. La mia dipendenza emotiva da altri impattava negativamente sui miei rapporti familiari creando tensioni e frustrazioni. Ero sull’orlo del baratro e non me ne sono accorta in tempo.

Sono rotolata giù e in pochi giorni ho visto sfumare tutte le mie certezze. Quello che credevo fosse il giusto modo di vivere era stato spazzato via in un attimo.

Nulla rispondeva più alle mie richieste e le tensioni che non riuscivo più a controllare sfociavano in crisi infinite di rabbia e pianto.
Ad un certo punto, visto il fondo e l’impossibilità di cadere ancora più giù, ho cominciato a guardare in alto.

Ho messo da parte il mio orgoglio e ho cominciato a tessere una rete di relazioni femminili con donne che mi ascoltassero e mi consolassero, mi sostenessero e mi capissero. Avevo bisogno di appoggiarmi su una spalla su cui piangere.

Qui ho cominciato a scoprire che ero stata capace di creare delle buone e solide amicizie perché mi sono sentita accettata, ascoltata, consolata e sostenuta.

Ho anche cercato l’aiuto di un esperto (psicoterapeuta) che mi ha “scandagliato” permettendomi di spiegare i miei comportamenti, le mie convinzioni, il mio vissuto, ciò che io ero, la parte più profonda di me, mi ha portato a capire il perché di tante cose che costituiscono la mia persona.

Da cosa nasceva la mia necessità di controllo, le mie paure, insicurezze, frustrazioni… Tutte informazioni utili, per carità, ma mi sembrava sempre troppo poco per la mia necessità ed urgenza di rimettere le cose a posto.

La mia vita ha cominciato ad avere un senso solo quando ho realizzato che era il momento di cambiare. In molti me lo dicevano e me lo avevano detto in passato.

Sì, va bene ho capito: ma come si fa?
Facile a dirsi… cambiare!!

Come faccio a essere più leggera, a vivere in modo più spensierato a non prendermi sul serio, ad essere meno rigida?

Ero ferma in una situazione stagnante che non mi consentiva di aiutare me stessa e neanche i miei figli per i quali temevo forti ripercussioni a causa dell’ atteggiamento destabilizzante (il mio) nel quale li avevo trascinati.

Ho ricominciato con la ricerca affannosa nel voler capire perché ero perennemente insoddisfatta di tutto da anni.

In tutto questo volevo cambiare la relazione con i miei figli sempre tesa e autoritaria.

Del resto, se stavo male io con me stessa, che colpa ne avevano loro?

Non potevo abbandonarli, soprattutto il più piccolo ancora alle elementari aveva diritto a crescere più sereno di così.

Mi sono imbattuta (nel più casuale senso del termine) in un post di Facebook di Cristina Bari.

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Teneva una conferenza gratuita, ho cercato di scrivermi ma non c’erano più posti, la conferenza era andata sold out in pochi giorni!!

Anche questo mi incuriosiva. Perché così tanto interesse per questa conferenza?

Dopo qualche settimana ho ritrovato la presentazione di un’altra conferenza dal titolo molto intrigante e “mio”: “Genitori sereni e figli felici”.

Era marzo. Mi sono iscritta e ho conosciuto Cristina.

Mi parlava a pochi metri. Nel gruppo conservavo l’anonimato, ma c’ero! Con tutta me stessa.

Le sue parole chiare e dirette ai problemi e il magico mondo delle neuroscienze mi hanno rivelato che la “plasticità” del nostro cervello mi regalava una chance per rimediare ai danni fatti nell’educazione dei miei tre figli. Senza sapere bene di cosa avrei parlato, ho incontrato Cristina in un colloquio personale.

Mi ci è voluto un attimo per capire: per aiutare i miei figli avrei dovuto lavorare su di me.

Ero in condizioni disastrose, continui mal di testa e insonnia avevano aumentato il grado di stanchezza all’ennesima potenza, avevo anche preso per un certo periodo dei sonniferi e psicofarmaci pur sapendo che non era la strada giusta.

Cristina mi spiegava per sommi capi come fosse possibile il cambiamento con il Metodo INCIMA, ma non cercava di convincermi.

Mi parlava di queste meditazioni personalizzate (Mind Re-Start) da fare al mattino.

Bastava alzarsi un poco prima ed avrei trovato il tempo da dedicare a me stessa.

Ma come potevo crederle? Anche se pensavo che non sarebbe stato possibile riuscire a realizzare ciò che desideravo, rimanevo incollata alla sedia. Non riuscivo ad alzarmi per andarmene. 

L’idea di un life coach che mi prendesse per mano in un  cammino finché non fossi stata autonoma mi allettava perché ero veramente arrivata al capolinea.

Qualcosa però dovevo farla, ma avevo paura di sbagliare, le mie resistenze, il costo del corso, non potevo gravare sul bilancio familiare.

Mi sono presa del tempo, le avrei telefonato per la conferma anche se avevo al momento molti dubbi.

Non avevo mai chiesto e preteso nulla in famiglia ma questa volta, anche a costo di fare un buco nell’acqua, avrei rischiato per una cosa che sì, mi riempiva di dubbi e mi attanagliava lo stomaco per il timore di non farcela, ma allo stesso tempo sarebbe stata tutta per me.

Solo per me!

Dopo qualche giorno ho accettato il programma di “Libera la tua Forza Interiore” che sarebbe cominciato dopo quattro settimane.

In quel periodo mi ripetevo ogni giorno che forse era stato uno sbaglio.

Durante il primo weekend ne ho avuto la conferma e quei tre giorni sono stati devastanti: avevo ricevuto molte informazioni ma non provavo la stessa euforia degli altri partecipanti, non mi ero aperta con loro e mi sentivo un pesce fuor d’acqua .

Quando sono tornata a casa non ero soddisfatta né contenta.

Mi ripetevo di aver intrapreso la strada sbagliata e di aver fatto una spesa inutile.

Forse se mi fossi studiata gli appunti… se mi fossi impegnata… ci avrei potuto guadagnare qualche cosa di buono…

A quel punto ho scelto di provarci: ho iniziato dalle meditazioni, dagli appuntamenti di coaching con Cristina, che mi sosteneva.

Ho fatto fatica a fare tutti i compiti che ci assegnavano perché ho dovuto superare ogni forma di resistenza (sempre mie personali).

Ma le richieste di mettermi in gioco erano giuste e la mia tenacia mi ha soccorso e poco alla volta ho iniziato a seguire i suggerimenti fino a che non mi sono accorta che le mie resistenze iniziali cominciavano a cedere.

Potevo scegliere io cosa fare delle mie giornate, potevo vivere il momento presente e gustarmelo.

Il primo cambiamento? Nonostante continuassi a inseguire sempre il futuro e a vivere con i sensi di colpa degli errori del passato e mi angosciassi tutto il giorno, non avevo più il mal di testa.

Lo so, può sembrare poco, ma essersi liberati dal mal di testa era già una grossa conquista.

Ovviamente a questo punto desideravo di più.

Il metodo stava funzionando e quindi ho preteso sempre di più. Ho cominciato a sentirmi in pace.

Il tempo che mi stavo dedicando, le meditazioni giornaliere, il coaching con Cristina e la mia attenta applicazione dei suoi suggerimenti, mi stava dando una sensazione di assoluta calma e presenza.

Un mese prima era un utopia anche solo immaginarlo!!! Ho iniziato a rallentare, diminuire la mole di impegni che mi ripromettevo di fare giornalmente, ho iniziato a darmi più spazio nella mia vita, a pensare ad una cosa alla volta, ad ascoltarmi e poi ascoltare chi mi era vicino.

Ho cominciato dall’ABC del Metodo, dalle mie emozioni, ad ascoltarmi e non giudicare, continuando con le meditazioni.
Procedevo con alti e bassi ma mi accorgevo che parole come: leggerezza, osservazione, riprogrammazione, flessibilità, valore, gratitudine, perdono, sorridere… diventavano familiari nei miei pensieri e nei miei discorsi.

La cosa che più mi sorprendeva erano le mie reazioni nei momenti di sconforto: nelle cadute sperimentavo una sensazione nuova che mi accompagnava in ogni giornata. Sentivo di essere sulla strada giusta e di aver avviato quel principio di cambiamento nelle mie convinzioni più profonde che mi avrebbe permesso di raggiungere dei piccoli traguardi.

All’improvviso mi sono accorta di aver raggiunto alcuni traguardi tutti insieme: i mal di testa mattutini sono scomparsi , ogni tanto mi osservavo a ridere con libertà e quella sensazione di inadeguatezza e l’incapacità di esprimere a parole quello che sentivo mi hanno fatto capire che ero ritornata a parlarmi e ad amarmi.

Il segreto del Metodo INCIMA è la naturalità dei processi di pensiero, di parola, di azione.

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Non ci sono forzature; il segreto è che il Metodo fornisce il “come” raggiungere il cambiamento modificando la parte del nostro cervello inconscia, creando nuove convinzioni che hanno l’effetto di produrre l’automatismo alla calma (incredibile!) al sorriso (sorprendente!) alla gratitudine.

Ho cominciato a provare gratitudine senza un apparente motivo reale. E così sono approdata al secondo weekend di Libera la tua Forza Interiore (il primo step del Metodo).

Dopo tre giorni di full immersion in un ambiente familiare con visi ormai noti, mi sono accorta che stavo raggiungendo nuovi risultati e che il Metodo combaciava perfettamente con me. Prematuro da dire, ma ero al giro di boa!

Nei giorni successivi ho trovato altri muri contro cui mi sono scontrata ma questa volta ho scoperto nuovi compagni: ad aiutarmi questa volta era intervenuta la forza del confronto con gli altri (compagni di corso) con i quali sono in cammino.

Tra i miei nuovi amici ho trovato il sostegno di chi mi incoraggia, una mano tesa di chi è lungo il sentiero con me, una risposta quando ho innalzato la mia richiesta di aiuto, e due life coach sempre presenti.

E poi piano piano è stato più facile ripartire alla ricerca dell’obiettivo di vivere sicura di me stessa, di imparare a prendere decisioni da sola perché solo quel salto nel buio mi avrebbe colmato di pace, forza, responsabilità, e benessere emotivo.

Solo qualche mese fa, avevo la sensazione che qualcosa mi mancasse, di incompletezza… una ricerca non troppo approfondita mi metteva sempre sulle tracce di qualcosa che non trovavo, ma che mi faceva vivere eternamente insoddisfatta.

Durante un corso sulla genitorialità al momento di dare una definizione di me stessa mi ero data il nome: il cercatore.

Solo ora ho capito che in questo cambiamento quello che sto cercando non è un’altra persona, non è una nuova relazione.Il cercatore sta solo cercando sé stesso” .

So che questa storia diventerà un articolo di un blog e un po’ mi sento “svelata”.

Ma visto che hai letto fin qui ti dico che non ho paura di svelarmi, non ho paura di essere me stessa né di essere giudicata.

Oggi mi sento libera.

Ed è quello che auguro anche a te, se è quello di cui senti il bisogno.

Gabriella Girardi

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Storia di un cambiamento: dal blocco alla partenza.

Storia di un cambiamento: dal blocco alla partenza.

…OVVERO LA STORIA DI COME OTTENERE RISULTATI CONCRETI.

Paura, fallimento, blocco.
Quante volte ti è capitato di pronunciare o pensare queste tre parole fastidiose?

E quante altre hai desiderato provare la gioia della rivincita, il piacere del successo, sentire il profumo della vittoria, di un cambiamento duraturo?

Se ti dicessi che puoi imparare a sfruttare la tua paura, fare del tuo fallimento un fedele alleato e trasformare il blocco in una partenza, mi crederesti?

Probabilmente no, è per questo che voglio condividere con te la storia di Marco.

“Paura di fallire.

Circa un anno fa questa paura stava per mandare all’aria tutti i miei progetti.
È bastato un giudizio negativo da parte di un professore a minare la mia sicurezza, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Da lì in poi la mia carriera universitaria è stata un continuo fallimento, fino ad arrivare a un momento in cui non avevo più la forza di lottare, ma dentro di me riuscivo a sentire una voce che mi ricordava quanto avevo desiderato sin da piccolo, diventare ingegnere.

Non bastava semplicemente trovare una soluzione al problema,

C’ERA BISOGNO DI UN CAMBIAMENTO

Tramite mio padre ho avuto la “fortuna” di conoscere Dario e Cristina e grazie al loro metodo, il metodo INCIMA, nel giro di pochi mesi, è cambiato tutto!”

Marco, inizia così il suo racconto, gli dà anche un titolo: “Paura di fallire”.

A te è mai successo di sentirti bloccato dal terrore di commettere un errore irreparabile, fare una brutta figura, o semplicemente non sentirti all’altezza?

Ti è mai capitato di dire a te stesso:

“Non fa per me”
“Non ce la posso fare”
“È meglio volare basso, almeno se cado mi faccio meno male”
“La vita è ingiusta”
“Non ho i numeri”?

Questi sono solo degli esempi di pensieri negativi (convinzioni) che possono passare per la testa di qualcuno alle prese con la paura paralizzante di non riuscire a raggiungere un obiettivo importante, che ha direttamente a che fare con qualcosa di più profondo: se stessi.

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La propria identità. La percezione del proprio valore.

Le voci nella testa, però, non sono tutte negative, qualcuna, anche se a un volume più basso, a fatica si fa sentire.
È quella che guida la speranza, che ti spinge a trovare una soluzione, che guida e attiva  il tuo potenziale.

Nel caso di Marco, il giudizio sulla sua presunta incapacità di realizzare il sogno di diventare ingegnere era diventato così pervasivo da aggredirlo a livello identitario: < Non sono capace! >

Si dice che per risalire si deve toccare il fondo, lui l’ha raggiunto fino a desiderare un cambiamento radicale!

Non avrebbe potuto accettare di spegnere le sue aspirazioni e farsi vincere dalle paure.
Purtroppo alcuni mollano. Si fermano. Rinunciano.
Si fanno vincere dalle proprie paure invece di decidere di cambiare, di crescere, di aggiungere nuove informazioni al fine di riuscire a rispondere efficacemente alle sfide della vita.

È successo a tutti. Forse anche tu, in questo momento sei ad un bivio e sai di dover prendere una decisione: fermarti o andare avanti.

Cercando il cambiamento, Marco, ha trovato la soluzione.

Infatti scrive…
“Con la mia mente da ingegnere avevo bisogno di un metodo. Un sistema e delle procedure da seguire in modo schematico per avere la garanzia di non sbagliare strada, di non saltare dei passaggi e non correre il rischio di dover tornare indietro e ricominciare. L’ho trovato nel metodo INCIMA.

Sono 3 le caratteristiche che mi hanno conquistato:

  1. La delicatezza con la quale si viene messi faccia a faccia con la realtà.

Nel giro di appena tre giorni ho avuto il piacere di conoscere le maschere che indossavo e di apprendere quanto fossero ben radicate dentro di me tutte quelle convinzioni dannose per il mio successo.

  1. L’approccio scientifico/spirituale, un linguaggio familiare alla mia coscienza.
  2. Gli strumenti che il metodo offre: meditazioni personalizzate accompagnate dal coaching individuale, strumenti che hanno avuto un impatto rapido ed efficace per me.

La prima tappa “LIBERA LA TUA FORZA INTERIORE” è stata illuminante, ricca di nuove informazioni e di strumenti per arrivare alla propria soluzione.

Il cambiamento dipende da me. Tutto dipende da me.

Basta trovare alibi, scuse o peggio ancora crearsi una giustificazione per tutto ciò che va storto, fino a farla diventare una convinzione!

Così ho iniziato a tirare fuori, una dopo l’altra, tutte quelle convinzioni limitanti e i meccanismi di sabotaggio del mio cervello, ad esempio:
“La facoltà di Ingegneria di Lecce è la più difficile”, da qui la giustificazione del non superamento di un esame;
“Quel ragazzo ha la raccomandazione, io devo fare tutto da solo per dimostrare a me stesso che non ho bisogno di nessuno”, da qui la decisione nel rifiutare ogni tipo di aiuto esterno, anche un semplice consiglio di un amico;
“Gli esami con meno crediti sono più ostili poiché i professori si sentono snobbati e fanno di tutto per complicarli”, da qui nascono tutte quelle strategie fallimentari per superare quell’esame nel minor tempo possibile con il massimo del risultato.

Ho preso consapevolezza che il problema non era all’esterno ma all’interno: così il giudizio negativo di quel professore divenne semplicemente un mezzo per portare a galla una serie di arre di miglioramento. La più grossa opportunità per decidere di crescere e di cambiare.”

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Cambia il tuo punto di vista prima che sia troppo tardi!

Liberati dalle maschere e affronta le tue paure.

Anche tu indossi delle maschere?
Anche tu hai delle convinzioni radicate nel tuo modo di essere che ti bloccano e non ti permettono di essere veramente quello che sei o vorresti essere?
Anche tu metti in atto dei meccanismi di sabotaggio?

Marco ha capito l’importanza di cambiare punto di vista, di guardare le cose da una prospettiva diversa, soprattutto quando i problemi diventano sempre più grandi, più pesanti, impossibili da risolvere!

Quello che serve è un cambiamento più profondo, non più impegnativo, attenzione, ma che vada più in profondità, che smascheri quelle opinioni radicate in te stesso che non ti permettono di ottenere quello che desideri!

Infatti lui continua dicendo:

“Ho capito quanto fosse importante spostare l’attenzione dal problema.
Rimanendo focalizzati su di esso non si fa altro che attirare nuove complicazioni, quando invece ciò che si vuole sono le soluzioni al problema iniziale.

E così ho smesso di pensare “come faccio a recuperare il tempo perso?”, oppure “devo trovarmi un impiego per alleggerire lo sforzo economico che stanno sostenendo i miei genitori?”.

Pensavo che farmi queste domande rappresentasse un modo logico per trovare una soluzione, invece non facevo altro che generare ansia e frustrazione: il problema cresceva.”

Marco si sentiva terrbilbente in colpa era entrato in un circolo vizioso per cui cercare la soluzione diventava il problema, e guardare il problema gli faceva perdere di vista la soluzione.

Si sentiva perso, spaventato e inadeguato.
Da dove nasceva il suo senso di colpa?
La risposta è: da dove nasce anche il tuo, ovvero dal tuo sistema di credenze (di questo ne parliamo in un altro momento…)

La storia di Marco continua così…

“Con la seconda tappa del metodo INCIMA, “CREA LA VITA CHE VUOI” ho avuto la spinta decisiva e definitiva per raggiungere il cambiamento che desideravo e di cui necessitavo.

LA CHIAVE DI VOLTA PER ME È STATA LA SCOPERTA DELLA CAPACITÀ DI POTERMI OSSERVARE ED EVOLVERE.

Ho compreso meglio questo processo e ogni giorno cerco di metterlo in pratica per evidenziare le mie modalità comportamentali, di linguaggio, di atteggiamenti verso le cose, le persone, verso me stesso.

Sono sempre stato molto razionale e maniaco del controllo e tutto ciò non coincideva con la realizzazione dei risultati sperati.

Se dovessi riconoscere la principale causa delle mie difficoltà, non avrei dubbi nel considerarla nel mio perfezionismo cronico.”

Il primo passo per il cambiamento è il non-giudizio

Per Marco la chiave di volta è stata scoprire il modo di osservarsi senza giudicarsi, di agire senza sovraccaricarsi di aspettative e comandi; in uno dei nostri coaching gli dissi: “Invece di portarti ad un livello superiore, il perfezionismo ti tiene ancorato ad uno stato di perenne insoddisfazione, alimentando le tue paure di non essere all’altezza, non credi?
Quando avrai compreso di dar priorità a questo aspetto per trasformare i tuoi problemi e presunte inadeguatezze nelle opportunità per acquisire nuove conoscenze, nuove modalità ed un più alto livello di flessibilità, avrai svelato a te stesso il segreto per la serenità”.

Lui annuiva con gli occhi spalancati. Era evidente che il cambiamento era in atto e che non sarebbe mai più tornato sui suoi passi, se non per sporadiche, lievi cadute seguite da un nuovo livello di apprendimento.

IL METODO INCIMA E I SUOI STRUMENTI

Il racconto di Marco si conclude così…

“Lo strumento più strano e probabilmente più potente del metodo INCIMA sono le MEDITAZIONI PERSONALIZZATE (con il mio nome…addirittura!).

Inizialmente non riuscivo ad immaginare il potenziale nascosto in loro, ma giorno dopo giorno, ho sentito crescere in me la sensazione di pace ed armonia di cui si parlava nel corso e nei coaching. Ho fatto esperienza di stati d’animo di grande gioia e ad ogni meditazione, sentivo di diventare sempre più fiducioso.

Non sta a me dirlo, lo so, ma secondo me, quegli esercizi hanno contribuito in maniera determinante al miglioramento della percezione del mio valore, della mia autostima.

Per me rappresentano un aiuto essenziale, uno strumento che continuerà ad accompagnarmi in un programma di allenamento, come se andassi in palestra.

Di strumenti, il metodo INCIMA ne fornisce più di uno: il coaching con Dario è stato prezioso perché mi aiutava a capire meglio come incanalare le energie nella direzione giusta e mi forniva costantemente sia nuovi spunti di riflessione e ricerca interiore, sia metodi per aumentare l’efficacia nella gestione degli stati d’animo e dei comportamenti.

Questi mesi sono serviti ad avviare un processo che prevede un nuovo modo di vedere la realtà, che concentra su di me il potere di realizzare i miei obiettivi e concepisce il mondo esteriore come una percezione del mio modello mentale.

Ho avviato questo cambiamento e i risultati si sono concretizzati

Sono bastati solo due mesi per superare cinque esami, ora il mio traguardo è molto più vicino e la forza di questo metodo mi fornisce un’ulteriore spinta per tendere a risultati più ambiziosi.”

Marco voleva un cambiamento e, come accade quando si trova l’anima affine, ha trovato il Metodo INCIMA.
Ha accettato di mettersi in discussione, di affidarsi, di credere che anche quello che sembra un problema dalla soluzione impossibile lo è solo se credi che sia così.

Ho voluto condividere con te la storia di Marco, perché è la storia della rivincita avuta su se stesso e sulle sue convinzioni, quelle che guidavano e condizionavano profondamente le sue decisioni e le sue azioni; la storia di un blocco che si è trasformato in un trampolino di lancio per la conquista di progetti sempre più ambiziosi!

Se parole come riscatto, successo, realizzazione, risuonano nella tua testa, se ti fanno “battere il cuore”, se anche tu ti senti bloccato e desideri trovare il tuo personale trampolino di lancio per i tuoi progetti di vita, non aspettare oltre, scopri di più sul Metodo INCIMA, per vivere il tuo cambiamento e ottenere la vita che vuoi!

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