Volevo affrontare le mie problematiche, quello che stavo vivendo, che mi stava invalidando la vita che è il rapporto con i figli, il dialogo.

Tutto il mio malessere era incentrato nel rapporto con loro, che era difficile, era diventato davvero molto difficile per tutti.

Stavamo sopravvivendo, cioè le relazioni e le situazioni che ci stavamo tirando addosso erano paradossali, e quindi avevamo bisogno di invertire la tendenza.

Volevo migliorare il rapporto con i miei figli e recuperare l’armonia di un tempo. Ci eravamo allontanati troppo e c’era tanta sfiducia.

Volevo capire i miei errori, apprendere dei metodi nuovi per correggere i miei errori, nel modo di comunicare, di fare, di pormi, di essere genitore. Qual è stata la causa, le mie azioni, le mie frasi che hanno creato negli altri una reazione così forte?

In quanto genitore avevo bisogno anche di essere una guida per i miei figli, perlomeno essere un punto di riferimento.

È questo che io voglio riprendere ad essere, e che non è più avvenuto, quindi vorrei che i miei figli mi rivedessero come una guida, cioè non come una persona da cui scappare, da odiare, da avere disprezzo, fastidio, dimostrarlo.

Capisco tutta l’adolescenza, capisco tutto, però comunque secondo me eravamo andati ben oltre l’accettazione di base insomma, anche perché credo che i valori importanti sia riuscita a trasmetterglieli.

Desideravo modificare il mio modo di fare, di pormi, di parlare, rimanendo e restando con i miei valori ovviamente, nel rispetto degli altri.

Ho fatto degli incontri con degli psicologi in funzione della difficoltà genitoriale, quindi del rapporto con i figli, dell’individuazione delle loro problematiche.

Si spera che gli altri cambino, e invece stavolta speravo di cambiare io.

Mi sono avvicinata al Metodo INCIMA dopo aver visto un video su YouTube di Cristina, che parlava dell’età dei ragazzi, dei bambini più piccoli, stava facendo un corso, parlava dell’empatia e mi sono resa conto che l’empatia la conosco come significato o come concetto, ma che probabilmente non la sapevo veramente vivere.

La cosa che mi ha attratto era la parola “Metodo”, un qualcosa che se uno impara è come imparare la scrittura: impari a leggere e a scrivere, sono degli strumenti nuovi e soprattutto con una logica nel mettere in pratica.

È come se stessi imparando a guidare, quando mi rendo conto che riesco a guidare in autonomia, a guardare a 360 gradi e a sentirmi padrona di questo Metodo, quindi padrona della guida, mi sento di dire “sì è fattibile”.

Grazie a questo percorso mi sto focalizzando tanto nel mio cambiamento, mi sto creando proprio una concentrazione sull’apprendimento di questo cambiamento.

Faccio le meditazioni, sto cercando di leggere, mi tengo le cose in mente, cerco di scrivermele, ho cominciato a leggere il materiale che ho ricevuto, cerco di lavorare quotidianamente.

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Mi stanno aiutando le meditazioni perché mi rendo conto che quando le faccio mi aiutano, mi equilibrano, sento il bisogno addirittura di farle, tipo in certi momenti dico “tra poco ne faccio una”.

Quindi sento proprio l’efficacia di fare la meditazione, di staccare, di cercare di ristampare qualche cosa di nuovo nella mente, di riequilibrare ecco, e poi soprattutto sto lavorando con il mio subconscio, mi sto fronteggiando giorno dopo giorno.

Ho capito che devo lavorare sul subconscio, che è quello che determina tutte le mie azioni, o gran parte di queste, quindi di essere più vigile il più possibile tutto il giorno, finché cerco di cambiarlo e di portarlo dove voglio a far le cose e quindi cerco di essere sempre presente, il più possibile insomma.

Penso che questo strumento, il Mind Re-Start, sia utile per riprogrammare il mio cervello, le mie credenze, le mie abitudini, che mi possa aiutare a cambiare completamente il mio “metal detector”, mettermi in cerca di qualcos’altro, con i miei atteggiamenti, con il mio modo di essere nuovo, per poter influenzare positivamente le persone vicine.

Anche il coaching è molto utile, perché mi confronto con i coach del Metodo su problematiche che non mi sono chiare.

Consiglierei questo percorso perché c’è un Metodo, perché ci sono degli strumenti nuovi, perché c’è non da combattere, ma da lavorare insieme, da convincere il nostro subconscio a fare dei cambiamenti.

Fulvia Domenighini