Nei telegiornali, nelle dichiarazioni fatte da politici e istituzioni, si pone sempre l’accento sull’importanza della famiglia.

Di fronte alle difficoltà sociali di un mondo sempre più complesso, si tira continuamente fuori una retorica fatta di “bisogna essere uniti davanti alle difficoltà IN FAMIGLIA”, “è essenziale volersi bene IN FAMIGLIA”, “essere genitori”, una serie di concetti meravigliosi e che tutti desidererebbero trasformare in realtà.

Ma lasciando perdere il romanticismo, qual è la verità sulla situazione delle famiglie di oggi?

Quanti figli possono contare sulla presenza di entrambi i genitori? Quanti genitori hanno la possibilità di essere marito, moglie, o avere al proprio fianco un compagno di vita? (di qualsiasi genere e orientamento).

A livello mondiale i dati sui tassi di divorzio sono scoraggianti.

Secondo un recente studio effettuato dalla compagnia di ricerche sul mercato Euromonitor International, entro il 2030 le separazioni coniugali nel mondo aumenteranno del 78,5%, e di conseguenza nasceranno meno bambini.

Si tratta di un fenomeno che non investe soltanto i paesi del mondo occidentale, ma anche quelli in via di sviluppo, dove secondo le stime l’aumento dei divorzi arriverà al 33%.

Sempre entro il 2030, si prevede che la maggior parte delle famiglie avrà soltanto un bambino e i genitori single aumenteranno in maniera sproporzionata rispetto a quelli sposati.

Di fronte a informazioni di questo genere e a quello che si vede o si sente all’interno delle mura domestiche, tra amici e parenti ecc, i discorsi retorici sull’importanza della famiglia creano disillusione e mancanza di fiducia.

Perché la famiglia di oggi si disgrega?

Molti studiosi affermano che le cause dell’infelicità familiare risiedano nelle trasformazioni che la famiglia ha iniziato a subire dagli inizi degli anni 2000. Innanzitutto, viene a mutare il concetto di matrimonio che, a differenza del passato, in cui vi si attribuiva un valore sacro o religioso, oggi viene considerato come un contratto sociale.

Inoltre, ha sicuramente influito il cambiamento del ruolo della donna che è diventata più indipendente dal punto di vista economico e ha maggiore facoltà di decidere di separarsi anziché resistere in un matrimonio infelice, come spesso avveniva nel passato.

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Grazia Attili, professore ordinario di psicologia sociale presso La Sapienza, spiega che inoltre che i criteri di selezione del partner di vita oggi basi astratte e non sempre razionali; ci si invaghisce soprattutto a livello fisico di quella persona e inizialmente si porta avanti la relazione senza alcuno sforzo.

Dopodiché, quando la fase di innamoramento si esaurisce, avviene un cambiamento e si tende a fare i conti con gli aspetti caratteriali del/della proprio/a compagno/a.

È in questa fase di “disincanto” che, (spiega la docente), una coppia non è sempre in grado di accettare il cambiamento, di comprendere che occorre condividere interessi, mentalità, cultura ma soprattutto un progetto concreto di vita da portare avanti.

Per non parlare delle aspettative alte e rigide nei confronti del partner, di cui non è sufficiente verificare le qualità, ma è preferibile piuttosto sperimentare la “tenuta” del rapporto nel momento in cui si tratta di vivere la quotidianità sotto lo stesso tetto.

E qui iniziano i diverbi, le incomprensioni, i rinfacci, senza la volontà o lo sforzo di instaurare un dialogo o fare un tentativo di miglioramento del rapporto, con il risultato di mettere l’orgoglio al primo posto.

Come i figli vivono il dramma dei litigi genitoriali o il divorzio

Finora si è parlato dei genitori, ma un intero capitolo andrebbe dedicato all’enorme galassia di ricadute che un clima domestico teso o una scelta di separazione può avere sulla vita dei figli.

Sicuramente, le conseguenze sono soprattutto di natura psicologica. E il tutto si complica nel momento in cui il proprio figlio vive il periodo dell’adolescenza o risente di disturbi come quelli dello spettro autistico o dell’attenzione, momenti in cui i bambini e i ragazzi hanno maggiore bisogno di sicurezza e sostegno psicologico.

Per non parlare della classica “scelta di lealtà” cui non poche volte vengono messi davanti i figli. Il bambino deve spesso decidere “da che parte stare” durante i diverbi, o ancora peggio davanti alla scelta di separazione dei coniugi… E questo può costituire motivo di angoscia.

Proprio nei momenti più drammatici per i figli, i genitori con problemi coniugali o divorziati spesso vengono avvolti dai litigi e dalle discussione, in una gara continua a chi dei due può dimostrarsi il genitore migliore, per non dire perfetto.

Davanti a tutto questo, a risentirne non è soltanto il sistema nervoso dei genitori, ma soprattutto la salute dei bambini, la cui cura rischia di diventare uno sfoggio di competizione morale più che motivo di interesse e preoccupazione.

Cosa possono fare i genitori in difficoltà?

Sicuramente, quello dei genitori è uno dei mestieri più difficili al mondo… E non è sempre facile conciliare il lavoro e i problemi coniugali con la cura dei propri figli. Il rischio di commettere degli errori è dietro l’angolo!

Ma niente è perduto se c’è la volontà di migliorare il clima di casa.

Ecco una serie di consigli su come migliorare le relazioni familiari:

1) Dialogare come genitori. Migliorare la comunicazione non soltanto tra genitori e figli, ma anche tra coniugi. Evitare reazioni esplosive o negative quando è possibile, senza creare delle barriere invisibili. Essere comprensivi e propensi all’ascolto. Parlare è fondamentale per decidere insieme le mosse giuste da intraprendere nel percorso educativo.

2) Liberarsi dai vecchi schemi mentali. Per molte mamme e molti papà è difficile distaccarsi o opporsi al modello educativo ricevuto durante l’infanzia, che può risultare rigido o anacronistico rispetto agli standard attuali e rendere la vita dei figli stressante e limitata. Imparare a comprendere il cambiamento dei costumi in atto può aiutare genitori e figli ad adottare insieme una soluzione armoniosa che non violi le regole e non sfoci negli eccessi.

3) Concepire l’immaturità dei bambini come un vantaggio. Il cervello dei bambini è sviluppato diversamente rispetto a quello degli adulti, è dotato di un pensiero pratico che consente loro di apprendere molto di più avendo una notevole plasticità mentale. Non bisogna sottovalutarne il potenziale d’apprendimento.

4) Reagire meno severamente con gli adolescenti. L’adolescenza è uno dei periodi più complessi e difficili dell’esistenza. Nell’insicurezza generale si possono commettere errori di cui non si è pienamente coscienti. Infliggere punizioni non aiuta il processo di crescita e adattamento in questa fase della vita, ma porta i ragazzi a chiudersi. Comprendere gli ostacoli di questo periodo e immedesimarsi può essere un valido incoraggiamento.

Se desideri veramente dare una svolta alla tua vita familiare, se vuoi vedere tuo marito/tua moglie sorriderti ogni giorno e i tuoi figli gestire le difficoltà con maggiore sicurezza e serenità, hai un metodo che può trasformare litigi e incomprensioni in serenità e piena gratificazione.

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