Ero una persona a dir poco introversa.

Vivevo un forte senso di inadeguatezza che mi stava condizionando la vita sia a livello affettivo che lavorativo.

Questa mia insicurezza veniva fuori soprattutto quando dovevo parlare in pubblico, cosa che mi capitava spesso per via del mio lavoro, e il più delle volte mi bloccavo completamente.

In alcuni periodi mi è capitato di non riuscire ad esprimere quello che pensavo anche con i miei amici più intimi, di sentirmi a disagio perfino con loro.

Sicuramente per paura di essere giudicato.

Avevo questo blocco, che era la punta dell’iceberg di qualcosa che c’era sotto.

Stavo vivendo male anche il mio lavoro che, pur piacendomi moltissimo, era diventato troppo stressante, sentivo tutto il carico delle responsabilità che comportava.

Mi stava consumando.

Ero sicuro che sbloccando alcune mie vicissitudini interiori mi sarei alleggerito e mi sarei dato la possibilità di elevarmi professionalmente.

Perché sapevo di poter fare molto di più, ma non riuscivo a farlo.

E sicuramente anche per quello che riguardava l’aspetto economico, sapevo di meritare di più.

Non raccoglievo tutti i frutti, mi mancava quel tocco finale.

Dovevo trovare un modo per continuare a fare quello che già facevo, ma in modo ottimale, un modo che apportasse beneficio a me, alla mia famiglia e ai miei dipendenti.

Senza compromettere la mia salute!

Mia moglie e mio figlio sono tutto per me.

E la cosa che mi premeva di più in assoluto era la serenità della mia famiglia, soprattutto di mio figlio, che non volevo vivesse le ansie e lo stress che avevo vissuto io.

Volevo che diventasse una persona forte, soprattutto mentalmente.

Volevo che crescesse sicuro di sé, che si amasse e imparasse ad amare gli altri.

Avevo paura di non riuscire sempre a garantire quel tenore di vita alla mia famiglia.

Volevo che non venisse mai meno la tranquillità economica.

Così come la salute, altrimenti non sarebbe stato possibile tutto il resto.

Per fare quello che facevo, dovevo stare bene, sia fisicamente che mentalmente.

Non volevo più vivere nel terrore, nell’ansia e nella paura.

Volevo avere un metodo per affrontare i problemi in modo diverso, affrontare tutto con più calma, essere più sereno.

Riuscire ad essere me stesso davanti alla gente, essere quello che sono veramente.

Mi serviva un sistema per rilassarmi, perché correvo sempre da una parte all’altra.

Volevo riuscire ad essere libero, ridere, scherzare, dire la mia, fare qualsiasi cosa senza il timore che mi succedesse chissà cosa.

Sì, perché a volte non riuscivo neanche a ridere.

Volevo tirar fuori la mia calma, quella calma interiore che avevo già sperimentato in passato e che da solo non riuscivo più a trovare.

Quello che cercavo era la mia pace interiore.

Avevo bisogno di aiuto, per questo ho pensato al Metodo INCIMA.

4 anni prima, su invito di alcuni amici, avevo partecipato a una convention a Lecce, Educare Facile, in cui si parlava dell’educazione dei bambini.

Lo trovai un incontro molto utile e interessante, ma non valutai l’ipotesi di approfondire.

E dopo 4 anni ho sentito che era arrivato il momento di intraprendere un vero e proprio percorso di cambiamento personale.

Per fortuna ho avuto l’appoggio di mia moglie, anzi è stata proprio lei a spronarmi.

Io non vedevo l’ora di iniziare, anche se la mia paura di aprirmi con le persone mi frenava.

Avevo una grande difficoltà a liberarmi e a stare insieme agli altri.

La sola idea di dover parlare di me mi metteva agitazione, era come se volessi nascondermi.

Dover parlare davanti ad altre persone, anche solo alzare la mano per fare una domanda in aula, mi metteva a disagio.

Solo dopo ho scoperto che non era necessario parlare di sé, ma in fase di decisione era come se dovessi tornare tra i banchi di scuola.

La causa di questa mia estrema “timidezza” infatti l’ho sempre fatta risalire alla mia infanzia.

All’età di 5 anni ho vissuto malissimo l’abbandono da parte dei miei genitori che sono andati a vivere all’estero e mi hanno lasciato con i miei zii.

Tant’è che da allora fino all’età della scuola media, quando i miei sono rientrati in Italia, non ho nessun ricordo.

É come se avessi voluto cancellare quel periodo della mia vita.

Volevo riuscire ad accettare il passato per poter vivere meglio il futuro.

Fino a qualche mese fa, coltivavo poco le amicizie, frequentavo poco i gruppi di persone e cercavo di evitare situazioni che mi potessero coinvolgere a livello emotivo.

Una volta arrivato in Masseria, al corso, tutte queste mie paure relative all’interazione con gli altri, sono svanite.

Ho trovato un gruppo di persone meravigliose che mi hanno accolto e mai giudicato.

Questa è stata la volta buona per entrare in una famiglia, quella che ho scelto io, la “famiglia INCIMA”.

E addirittura, dopo aver fatto questo percorso, mi sono reso conto che posso scegliere anche il modo in cui vedere la mia prima famiglia, quella d’origine.

Ho imparato ad accettarla per quella che è.

Ed è successo qualcosa di inaspettato.

Durante un esercizio, svolto proprio in quel weekend in aula, nella mia mente sono emerse queste parole: “voglio dare e ricevere amore”.

Forse quello che mi è sempre mancato per raggiungere i miei obiettivi era proprio la capacità di amare, forse perché ho ricevuto poco amore o semplicemente non l’ho visto io.

Non lo so e non mi importa il perchè.

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Ora so che la parola AMORE sarà la mia priorità.

Ho visto che ci sono stati piccoli e grandi cambiamenti nell’arco di pochissimi mesi.

E questo grazie al Metodo INCIMA e ai suoi strumenti.

Primo fra tutti il Mind Re-Start, il training mentale che mi ha permesso di ritrovare la calma e mi aiuta a mantenerla quotidianamente.

Poi le procedure settimanali, che una volta comprese e messe in atto, mi hanno aiutato a cambiare i miei atteggiamenti nei confronti di me stesso e degli altri.

Adesso non ho nessun problema a interfacciarmi con altre persone, a sostenere una riunione di lavoro o a interrompere il silenzio di un’aula per dire la mia.

Nonostante stia attraversando un periodo in cui sono sommerso di lavoro, sto sempre portando a termine tutto quello che programmo di fare e con un livello di stress bassissimo.

E soprattutto faccio cose che prima avrei evitato di fare, per non prendermene la responsabilità.

Non temo più quello che potrebbe accadere, pensando al peggio.

Mi sto osservando, continuo a fare piccoli miglioramenti ogni giorno, e la mia aspettativa rimane flessibile anche quando faccio un passo indietro, perché so che poi ne farò due avanti.

Anche in casa c’è molta più armonia.

I problemi, che comunque ci sono, vengono affrontati in modo diverso e si risolvono in maniera propositiva.

Prendo quello che viene e cerco, anziché fagocitarlo, di essere presente, osservare e cercare di comprendere.

Sto imparando ad accogliere le cose così come vengono, a prendere il buono che c’è in tutto quello che arriva.

Dario e Cristina sono due persone fantastiche.

A me piacciono le persone che “sanno”, il sapere mi affascina tantissimo, e loro hanno dimostrato una grandissima competenza.

Dario mi infonde calma, fin dalla prima consulenza parlare con lui è stato rassicurante.

Il lavoro che fanno è bellissimo, il fatto di mettersi a disposizione delle persone è una cosa meravigliosa.

E il loro Metodo funziona, io l’ho visto su di me.

Tutti noi abbiamo bisogno di capire veramente chi siamo, non conosciamo veramente noi stessi.

E già questo è un valido motivo per fare un percorso del genere.

Lo consiglio a tutti coloro i quali si sentono pronti, ma nutro grande rispetto per chi ancora non lo è.  

Lo so perché è successo a me, ci ho impiegato del tempo prima che maturassero i tempi di questa mia svolta.

Certo, se hai avuto la pazienza di arrivare fino in fondo a questa lettura, forse dovresti provarci!!

Julian Del Signore

 

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