L’attenzione, la concentrazione, la perseveranza e la gestione degli stati d’animo influenzano il successo, lo sapevi?
Lo dice uno studio del ricercatore universitario Australiano John Linch dopo aver messo a setaccio tutti gli studi sulla relazione tra buone performance scolastiche e abilità umane.
Non deve dirlo uno scienziato che applicarsi con attenzione, convinzione e perseveranza influenzi i risultati. È sotto gli occhi di tutti, non credi? O che i procrastinatori raggiungano meno risultati di chi non perde tempo ed è focalizzato sui propri obiettivi e su quello che deve essere fatto per raggiungerli.
Insomma, se tra un dolcetto subito e due più tardi, dopo aver concluso il lavoro, scegliessi la seconda ipotesi, avresti più chance di successo. È il risultato del famoso test del “marshmallow” di 50 anni fa.
Tu cosa sceglieresti ad esempio, l’uovo oggi o la gallina domani?
Uno studio del Neuroscienze Center Università di Padova dice che chi preferisce la gallina domani ha una migliore gestione dei propri stati d’animo, ed è anche tendenzialmente più ottimista.
La domanda che in molti si fanno quando si parla di successo o meglio di attitudine a realizzare i propri obiettivi, è però un’altra: il successo è frutto dell’apprendimento o del patrimonio genetico?
Sì, sai che fregatura lottare per una vita intera, se il tuo patrimonio genetico ti rema contro?
Cosa dice la scienza?
Uno studio del King’s College di Londra ha dimostrato che il DNA influenza per circa il 50% i risultati ottenuti all’università.
Non si conoscono i geni del successo, ma si sa per certo che nei “vincenti”
alcune aree del cervello comunicano meglio che nei “meno vincenti” o “perdenti”, lascio a te il giudizio di merito.
I neuroscienziati sono d’accordo sull’esistenza di una certa attitudine genetica che influenzi per il 50% i propri risultati.
Resta da chiedersi se questi studi ti condannino definitivamente al successo o all’insuccesso o se c’è invece la possibilità di apprendere, irrobustire, allenare, sviluppare le caratteristiche tipiche di chi risulta essere più efficace e più efficiente nel realizzare quello che desidera.
Cosa dovrai allenare se vuoi realizzare i tuoi obiettivi?
Si possono allenare caratteristiche fondamentali per il successo come: il desiderio o ambizione, la forza di volontà, la propensione a decidere, la perseveranza, la metodicità, l’atteggiamento mentale positivo, la gestione degli stati d’animo, la capacità di rimanere focalizzati, l’amor proprio, la leadership personale, la capacità di relazionarsi, la capacità di realizzare i propri obiettivi?
Sì dai, siamo nati (per il 50%) fortunati o sfigati. Buono a sapersi, ma, in fondo, chi se ne frega? E poi, come facciamo a sapere con certezza di non aver ereditato geneticamente le caratteristiche fondamentali per il successo?
Quindi, non so se sei d’accordo con me: io, sulla parte “non influenzabile” della mia vita ci ho messo una bella pietra sopra e mi sono dedicato completamente a studiare su come diventare la versione migliore di me stesso!!! Tu che cosa vuoi fare?
Ti invito a fare una riflessione insieme a me. Una riflessione sincera, come se stessi parlando con il tuo miglior confidente. Leggi qui:
“La routine governa la tua vita”.
“Sei schiavo delle tue abitudini”.
“Tu hai creato le tue abitudini e ora sono loro a creare la tua vita”
“Sei ipnotizzato dalle tue convinzioni più profonde”
“È il tuo programma inconscio, non tu, a scegliere per la tua vita.
Secondo te, sono solo slogan o posso essere delle verità?
Che ne pensi?
Se hai una sensazione di verità nel leggere queste frasi probabilmente sei anche consapevole di un’altra verità ancora più profonda: una parte di te non vuole in alcun modo modificare i tuoi risultati ed è profondamente innamorata della sicurezza che la “routine” gli porge su un piatto d’argento.
Puoi “accusare” i tuoi geni di tenerti inchiodato ai tuoi vecchi schemi, oppure riconoscere il processo e intervenire.
Puoi scegliere di creare o di sopravvivere. Come?
Viene definita modalità sopravvivenza, quella in cui, invece di provare ad innovare, creare e crescere, si preferisce vivere in una modalità conservativa.
Si cerca di preservare ciò che è familiare piuttosto che valutare nuove chance ed esplorare nuove possibilità.
Il bisogno di prevedibilità è molto più potente della paura di vivere nuove esperienze. L’esito, imprevedibile, mina lo stato di sicurezza che la “modalità sopravvivenza” tende a preservare.
Il tuo programma inconscio ha un unico obiettivo: quello di autorealizzarsi. Lo fa indirizzando e “influenzando” il focus e l’attenzione, determinando così le tue valutazioni, le tue scelte e l’attivazione di risorse specifiche.
Mi spiego meglio, continua a leggere fino in fondo.
Se il tuo programma inconscio contiene il codice “non riuscirò mai ad essere costante”, mettiti l’anima in pace: non ci riuscirai!
Questo, nonostante la tua volontà e l’impegno nel riuscire ad essere costante.
Giorno dopo giorno attiverai le risorse specifiche per realizzare il tuo programma “incostanza”.
Cosa si fa ad essere incostanti? Esiste un metodo con fasi ben precise, esistono delle risorse specifiche per garantire il successo del programma, lo sapevi?
Scenderanno tutte in campo e il risultato sarà garantito: sarai incostante anche questa volta, e mollerai.
Interverranno per strada: riduzione della motivazione, cambi repentini di priorità, vecchi schemi abitudinari, pensieri limitanti, influenze dall’esterno, ecc…
Lo so che comprendi perfettamente come la costanza rappresenti un fattore fondamentale per il successo nella realizzazione dei tuoi obiettivi.
E comprendo che ne hai più volte fatto esperienza sia in positivo, quando hai tenuto duro fino alla fine, che in negativo, quando hai perso la direzione e hai mollato la presa.
Ma questa consapevolezza non ti è sufficiente.
E la forza di volontà non basta!
La sola forza di volontà, fondamentale per avviare qualsiasi processo di discontinuità rispetto alle tue abitudini, molto spesso si dimostrerà insufficiente.
Letteralmente, ti stancherai di mantenere l’attenzione sul tuo obiettivo e sulle azioni necessarie per realizzarlo.
Sai chi riprende il comando quando molli l’attenzione?
Il tuo programma inconscio, le abitudini, la routine di pensiero, di linguaggio e di comportamento.
È vero che con una grande forza di volontà si può quasi ogni cosa, ma l’errore che molti commettono è quello di disperdere e “sprecare” gran parte della propria energia finalizzando la forza di volontà all’azione immediata, invece di investire la stessa energia per realizzare gli schemi abitudinari del cambiamento che desiderano.
Pretendere di fare leva sulla sola forza di volontà è come pensare di percorrere un lungo tragitto in auto con la prima marcia, senza utilizzare i rapporti più lunghi. È evidente che prima o poi questa assurda pretesa causerebbe la rottura del motore.
Ecco le 4 fasi che ti condurranno al risultato che desideri, qualunque esso sia.
1.Avere la volontà di raggiungere un obiettivo
2.Investire la tua volontà nella creazione del modello mentale che ti permetterà di realizzarlo.
3.Apprendere le fasi del processo (cosa, come e quando).
4.Azione -> Risultato.
Costruire nuovi schemi inconsci, nuove abitudini di pensiero, linguaggio e azione affinché si inneschino dei veri e propri automatismi significa apprendere, integrare nuove informazioni e rendere il tuo modello mentale funzionale alla realizzazione di ciò che desideri.
Purtroppo, quando osserviamo dei casi di successo abbiamo la tendenza a notare la punta dell’iceberg, il risultato finale, invece di riconoscere il processo che lo ha generato e questo non fa altro che distorcere la nostra percezione di cosa sia necessario fare ed essere per realizzare il nostro, di successo.
I 5 livelli logici di Robert Dilts per comprendere la natura del tuo “problema”.
Chiarisco: ci sono diversi piani di percezione della realtà sui quali si può intervenire nel cambiamento. Gli stessi piani, definiti da Robert Dilts “livelli logici”, hanno una rilevanza diversa tra di loro.
Se, ad esempio, hai un problema di questo tipo: sei perennemente insoddisfatto perché i tuoi risultati e i comportamenti altrui sono spesso inadeguati alle tue aspettative, questo stesso problema può essere letteralmente scorporato in 5 livelli.
1. Il livello ambiente: ad esempio, se sei insoddisfatto di ciò che è all’esterno, come la città in cui vivi, il contesto lavorativo e culturale in cui trascorri le tue giornate, la tua auto, la necessità di percorrere due ore nel traffico per raggiungere il lavoro e rientrare a casa…
Questi fattori ambientali potrebbero essere la causa diretta ed immediata della tua insoddisfazione.
Cosa accadrebbe se tu cambiassi le condizioni esterne al tuo modo di essere? Pensi che cambiare il contesto in cui vivi e lavori possa influenzare in maniera considerevole il tuo livello di soddisfazione e di appagamento?
Non è raro sentire di persone che hanno cambiato luogo di lavoro spostandosi da un’azienda ad un’altra o da una città ad un’altra per scoprire che nulla di tutto questo era direttamente responsabile della propria insoddisfazione.
In quanti hanno messo fine alla propria relazione di coppia per scoprire che nella relazione successiva si verificano le stesse dinamiche? Sebbene sia indubbio che a volte l’ambiente possa influenzare in maniera importante la qualità della propria vita, molto spesso il cambiamento dovrebbe avvenire ad un livello più profondo e interiore invece che superficiale e “all’esterno”. Quindi…
È meglio indirizzare le tue forze volontarie nella direzione dell’apprendimento, invece che della soluzione all’esterno.
2. Il livello comportamento: ad esempio, se hai una spiccata tendenza al perfezionismo, a vedere le cose in modalità bianco-nero, giusto-sbagliato, questo comportamento “rigido” ti fornisce molte più occasioni di vivere nell’insoddisfazione delle volte in cui puoi ritenerti davvero soddisfatto.
Te lo dicono gli altri, ci hai sbattuto più volte, te ne sei accorto e hai deciso di creare un cambiamento a questo livello.
Ti dici “Basta, d’ora in avanti mi comporterò in maniera più flessibile, valuterò nuove possibilità rispetto alle mie e mi impegnerò ad ascoltare con maggiore apertura e rispetto le idee degli altri”.
Decidi che in ognuna delle tue attività, dallo sport al lavoro a qualsiasi altro genere di situazione, “alleggerirai” le tue aspettative e che, pur continuando a migliorarti, manterrai uno stato di accoglienza, gratitudine e di non giudizio.
Cosa succede secondo te?
Intanto succede che ci provi. I buoni propositi e la buona volontà non ti mancano. Provi anche una certa eccitazione all’idea di poter imparare a comportarti in una maniera più efficace.
Ma dopo il primo, al massimo secondo giorno, tutto svanisce e ritorni a comportarti nella maniera in cui sei abituato a fare.
“Ci vuole forza di volontà”, ti dirai.
E allora ci riproverai e questa volta mollerai dopo 3 giorni.
Prova a ricordare quante volte hai provato a cambiare le abitudini alimentari, hai pensato di dedicare più tempo allo sport, alla famiglia, alla lettura, al cinema, al teatro, ai viaggi…
Prova a ricordare quanti “31 dicembre” a mezzanotte hai brindato e augurato a te stesso un anno diverso con nuovi propositi.
E cosa è successo? Gran parte di quei propositi sono evaporati ancor prima delle bollicine.
Perché? Perché l’abitudine a comportarsi in un determinano modo ha bisogno di un grosso quantitativo di energia per essere scardinata e la sola forza di volontà finalizzata a questo livello logico, del comportamento, molto spesso è insufficiente a contrastare un’altra forza diametralmente opposta: l’abitudine a fare e soprattutto ad essere ciò che si è sempre stati.
In sostanza bisogna andare ancor più in profondità per far si che il cambiamento possa realizzarsi in maniera strutturata e duratura.
Più in profondità andrai, più sarà facile creare cambiamenti duraturi.
3. Il livello capacità: così come la tua efficacia può dipendere dalle tue capacità, anche i tuoi problemi possono essere causati dalle tue incapacità.
Ovviamente non è sempre questione di capacità o di incapacità. Si può avere una buona capacità di ascoltare pur non essendo dei buoni ascoltatori. Lo vedremo tra poco nel livello identità.
Se non hai l’abitudine di ascoltare in maniera empatica e attenta le emozioni degli altri, pur sapendo come fare, continueresti a comportarti sempre nello stesso modo.
Ad esempio, se hai difficoltà nel relazionarti (comportamento) con tua moglie o tuo marito e questo sta incrinando il vostro rapporto e il clima familiare (ambiente)…
…la causa può riguardare certamente l’incapacità di ascoltare o di comunicare in maniera efficace ed empatica. In questo caso sarebbe necessario, anche se potrebbe non essere sufficiente, imparare le dinamiche e le modalità dell’ascolto empatico e della comunicazione efficace.
Un cambiamento a questo livello può avere un forte impatto nella tua vita, perché genererebbe nuovi comportamenti e di conseguenza nuovi risultati.
Quindi, ha molto senso investire l’ nergia richiesta per attivare le forze volontarie nell’acquisizione di nuove capacità.
4. Il livello convinzioni/valori: i valori sono i principi che guidano i tuoi comportamenti. Nel muoverti verso il conseguimento di un dato obiettivo, dovrai chiederti cosa è realmente importante per te.
I valori e i comportamenti devono essere congruenti tra loro per assicurarsi un certo allineamento.
Cambiare i comportamenti serve a ben poco quando questi non sono allineati ai propri valori e alle proprie convinzioni.
Ad esempio, se il valore famiglia e dedizione nei confronti dei figli è in secondo piano nella gerarchia dei tuoi valori rispetto al successo economico e professionale, un comportamento congruente è quello di rientrare a casa tardi, essere spesso fuori per lavoro, essere maggiormente dedito agli affari aziendali rispetto agli interessi e le attività familiari e dei propri figli.
La buona volontà di operare un cambiamento nel comportamento (ad esempio, ti impegni a rincasare prima e a seguire con maggiore attenzione le attività dei tuoi figli…) andrebbe in conflitto con il valore del successo economico e professionale che in maniera schematica e abitudinaria dirige i tuoi comportamenti nella direzione degli impegni lavorativi, quindi “lontano” dalla famiglia.
Cosa accadrebbe se invece di “investire” le energie delle tue forze volontarie per modificare il comportamento, dedicassi la tua attenzione e la tua volontà nel modificare la gerarchia dei tuoi valori?
Destrutturarsi ad un livello più profondo per creare nuovi schemi.
In termini valoriali genera evidentemente cambiamenti molto più importanti e coerenti, oltre che duraturi.
5. Il livello identità: Chi sei tu? Se pensi di essere limitato, inadeguato e immeritevole di essere felice, servirà a ben poco muovere le forze volontarie e affannarsi per raggiungere la felicità o il successo.
Se sei un essere “incivile” e per te il rispetto dell’ambiente non rappresenta in alcun modo un valore prioritario, sarà molto difficile ottenere una svolta impegnandosi in comportamenti ecologisti.
Nello stesso tempo qualsiasi deterrente creato per limitare o eliminare atteggiamenti e comportamenti dannosi potrà funzionare solo nel breve periodo.
Le multe previste dai codici funzionano poco per questo. Ci si impegna nel breve periodo per evitare di prendere una multa ma poi, nel tempo, prevale l’abitudine “ad essere sé stessi”.
Una persona con bassa autostima pensa di sé: “inadeguato e non valgo abbastanza”. Potrebbe aggiungere: “il mio aspetto non è gradevole, non sono abbastanza intelligente”, ecc..
Con questi presupposti non si può pensare di intervenire al livello logico ambiente (vado più spesso al parrucchiere e all’estetista e vesto le griffe) oppure a livello logico comportamento (mi atteggio a persona intelligente, bella e piacevole) pensando di creare un cambiamento reale e profondo del proprio essere.
Il tuo auto-concetto, l’idea che hai di te stesso continuerà a ripresentarsi generando la frustrazione e l’insoddisfazione di sempre.
Per migliorare la qualità della tua vita c’è bisogno di forza di volontà ma per ottenere il massimo risultato con il minor sforzo dovrai agire nel rispetto dei livelli logici e comprendere anche le leggi dell’apprendimento.
È questo il motivo per cui creare dei cambiamenti è impegnativo. Diffida di chi ti propina pozioni magiche.
Costruire la felicità che hai sempre sognato e vivere la vita che vuoi è possibile… ma se hai un Metodo è anche più facile.
Sto trovando gli strumenti per superare i miei limiti, la scarsa fiducia in me stesso, per diventare una persona più intraprendente, per abbandonare la rigidità, sto c**** di difetto che ho sempre avuto. Poi il giudizio, che mi ha sempre annientato, a partire da quello su me stesso e poi sugli altri. La bellezza del Metodo è che è pratico, cioè non è che ti imbandisce di nozioni inutili. E poi la facilitazione, perché vedi una persona che è come te e che ha avuto dei risultati. Lì, secondo me, anche gli accoppiamenti con il facilitatore sono fondamentali, ho avuto la facilitatrice che faceva al caso mio, lei è proprio la mia parte femminile. E poi il fatto di avere un coaching a settimana ci coccola . Nell’ultimo coaching Dario mi ha razziato un bel po’ e da allora non ho più alti e bassi.
Grazie per il commento Dario. Non ti ho mazziato.. ho compreso che avevi bisogno di essere stimolato ?
Leggere tutto quello che può darmi ancoraggio e forza, e’ un dono impagabile e per questo la mia gratitudine e’ immensa. Mi sono rispecchiato in quello che ero e in quello che sono in ogni parola letta, la strada è ardua ma ora ho lo zaino, ho le scarpe giuste e ho la bussola perché oggi ho dato dei valori alla mia vita, ho dato delle priorità alle mie giornate, ho dato tempo a me stesso, quel tempo che in passato era così veloce da non permettermi di rendermi conto di come stavo distruggendo la mia vita e quella delle persone che amo. Tutto il lavoro svolto fin’ora con i miei coach e’ un dono inestimabile, le loro parole, le loro voci e la loro energia mi accompagnano in ogni momento del giorno e quando le vecchie abitudini si affacciano, io le osservo non mi giudico perché oggi mi voglio bene, e subito dopo riparo e trasformo. La mia vita ora e’ entusiasmante perché amo, amo la mia famiglia, amo Dio, amo i miei ‘fratelli’ di rinascita, amo tutto quello che c’e’ e amo mi moglie e i miei figli, non che prima non lo amassi, ma prima ero aggrovigliato in un cumulo di pensieri infiniti e negativi. Sono grato di questa vita.
“Nel mezzo del cammino della mia vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita….”
Di sicuro non so se è nel mezzo del mio cammino ma che ho perso la via è certo!
Negli ultimi 20 anni ne ho fatta tanta di formazione ed ho sempre portato a casa qualcosa di utile ma onestamente non di risolutivo; ora non posso più aspettare, devo risolvere non so ancora quante cose ma se sapere di avere un problema è già parte della soluzione allora ci siamo.
Ripenso al giorno in cui sono andato a Bari alla conferenza senza minimamente sospettare che avrei avuto l’occasione di fare i conti con me stesso. Chi mi ha invitato, che ne sapeva meno di me, ancora non sa che quella telefonata mi ha dato la possibilità di cambiare la mia vita, lo ringrazierò a tempo debito.
Dico la possibilità solo perchè dopo avuto contezza della “artiglieria” che il Metodo mi mette a disposizione la “guerra” la devo fare io e quindi devo cominciare l’addestramento per imparare a mirare ai miei “obiettivi sensibili” per sfoltire un po’ dei “nemici” della mia vita.
Sono convinto che il Metodo funziona, così come sono fortemente convinto che non ci sono “inciampato” per caso e quindi sono assolutamente motivato a fare tutto quello che serve per ottenere la mia trasformazione.
Ora, ovviamente, mi sento confuso, disorientato, ho solo fissato nella mente che dovrò lavorare duramente, come esattamente non mi è totalmente chiaro ma questo è normale; mi sento come quando, cambiando lavoro ( l’ho fatto tante volte, pure troppe) sei sia eccitato per il nuovo che avanza che spaventato per la mole di cose che non sai e che dovrai imparare prima di sentirti “padrone della materia”; di certo mi rassicura e non poco, avere vicino maestri come Cristina Dario Donato ( in puro ordine alfabetico) e quanti ancora non conosco.
Bene, l’allievo è pronto, il maestro è comparso ( anzi una bella triade) si dia inizio alla formazione, troppe cose dipendono dalla mia metamorfosi!
Bg a tutti ! Vorrei dire un qualcosa sulla genetica e scusate se faccio e metto in mezzo il mio lavoro/ sport ! Probabilmente per la genetica non sarò alto 2 m come isner e non servirò come lui , non avrò fibre muscolari come Nadal che mi permettono di essere esplosivo , non avrò elasticità e potenza di diokovic e il tutto di federe ma sono sicuro che con passione , sacrificio , metodo ,lavoro , fatica si migliora e che se voglio diventare un professionista e raggiungere la “ mia eccellenza “ devo cercare di eliminare il giudizio ( perché è così ) non avere paura , fidarmi del mio allenatore e avere un ordine di obiettivi da raggiungere step by step ! Così 1non perderò tempo 2 migliorerò e sarò felice 3 arriverò al massimo ! La genetica la metto da parte con la felicità personale di essere diventato forte ! Se ho detto cavolate 🙂 ma ora vado ad allenarmi ed ad allenare altrimenti veramente dico solo “ cazzate “ ???
i “Mostri” questa mattina sono stati più aggressivi del solito. la lettura dellarticolo ha funzionato da “mind restart” immediato.
hanno anche interrotto la mia lettura dell’articolo per ben due volte alla terza NON CE L’HANNO FATTA!!!!
Grazie per il tuo commento Carla. Apprezzo molto il tuo voler essere focalizzata. Con questo atteggiamento i mostri ?avranno la peggio! Buon proseguimento…
Che bello prendere consapevolezza di come funzioniamo e di come siamo articolati. Il concetto della genetica che determina il successo o l’insuccesso l’ho abbandonato da tempo, per fortuna. Viva l’allenamento quotidiano, il cuore, il coraggio e la voglia e convinzione di farcela. Per me questi sono gli ingredienti fondamentali per diventare la migliore versione di se stesso!! Grazie al metodo ho dato un senso e chiarezza a tutto questo ❤️
Ho sempre pensato ai livelli di Dilts in positivo, ovvero come strumento per comprendere il problema ed agire su di esso.
Es. mi domando se c’è qualcosa a livello di Ambiente che mi danneggia o disturba per agire su quell’elemento, modificarlo e vedere che risultato si produce. Chiedermi se ci sono azioni, capacità, convinzioni o idee di me stessa che non mi aiutano e cercare di intervenire su quelle per produrre un cambiamento.
E’ un modo utile ed efficace di usarli?
Grazie
La cosa che mi rasserena di più è avere la consapevolezza di poter cambiare. Adesso so che esiste il modo,la via tanto nominata,a parole prima,ma ora tangibile. La sento,la percepisco e so che è impegno costante. Voglio con tutta me stessa migliorare. Voglio tirare fuori il mio massimo potenziale. Grazie di cuore,davvero. Grazie
Questa mattina durante la meditazione non sono riuscita a scendere “in profondità di connessione” come le altre volte succede. Ho tentato di rientrare nell’energia cercandovi.. E sono qui.. Leggere mi ha dato la serenità di chi si riconosce , e quindi la consapevolezza che,con il giusto impegno e con le giuste azioni, otterrò i cambiamenti che desidero.
La genetica è importante, ed è una parte di noi; tuttavia, noi siamo anche “divino”, anche energia.
Il mondo in cui viviamo, presta moltissima attenzione solo alla prima parte di noi. (materia)
Ecco, io sento, che la forza del METODO INCIMA, sta proprio nell’attenzione e nello sviluppo del ns IO di energia. Di quella parte d noi che ha la forza di modificare anche la materia.
Sono neofita e ho bisogno di imparare tantissimo e di lavorare tantissimo, ma di diverso da prima, sento che quando la mia forza viene meno, mi immergo nel gruppo, mi rivolgo ai coach, vivo l’esperienza dei miei “fratelli di energia” e mi SENTO in cammino verso la meta. Si presenta in mente l’immagine di una lunga strada nel verde, dove tutti camminiamo insieme, e siamo connessi. La mia forza così è decuplicata. Grazie
Bellissimo commento, perfettamente allineato alla filosofia del Metodo. L’energia del gruppo aiuta a mantenere la direzione o a riprenderla quando la di perde. Perdersi e ritrovarsi… non è questo il ciclo che caratterizza le nostre vite? La paura di perdersi ci porta fuori dall’armonia e dal flusso di una vita facile e leggera, la fiducia di potersi ritrovare ci rimette in carreggiata. Con la nuova consapevolezza acquisita con il Metodo, con la guida di un coach, il sostegno dei nuovi amici, non ci si sente mai soli. E tutto diventa più facile. Grazie Ileana
“…l’errore che molti commettono è quello di disperdere e “sprecare” gran parte della propria energia finalizzando la forza di volontà all’azione immediata, invece di investire la stessa energia per realizzare gli schemi abitudinari del cambiamento che desiderano…”
Ho voluto riportare questa parte perchė mi dá, in modo molto chiaro, l’idea di quello che spesso facciamo quando vogliamo attuare un cambiamento, raggiungere un obiettivo.
Classico esempio: devo dimagrire e mi impongo di fare una dieta e andare in palestra.
Sappiamo tutti quanto dura…
Dunque ė inutile investire la forza di volontà per fare delle azioni, attuare dei comportamenti, lottando contro noi stessi perchė c’ė una parte di noi che “ci rema contro”, ossia continua semplicemente a seguire gli schemi di sempre, ad andare in automatico, cercando di presevare ció che conosce.
Ė invece utile indirizzare la volontà verso la creazione di un nuovo modello mentale che ci permetta poi di fare ció che è necessario fare per raggiungere l’obiettivo, ma in modo naturale, fluido direi
In pratica, a poco serve cambiare i propri comportamenti se non ė cambiata la struttura dei propri valori e della propria identità.
Dura poco, quanto la dieta!
Grazie Teresa, mi fa piacere che ti abbia colpito quel concetto. Direi che è strategicamente una delle chiavi più importanti per la realizzazione del cambiamento che funzioni e che porti al raggiungimento degli obiettivi.
Effettivamente mi rendo conto che ho utilizzato sempre e solo la mia forza di volontà per raggiungere i miei obiettivi. Obiettivi a volte raggiunti e a volte no. Ma che sforzo!!!! Oggi sento sempre di più scemare la mia forza di volontà, anche se fino ad oggi mi ha dato una bella spinta, per questo sento la necessità di cambiare, voglio sentirmi spinto da una forza che non comando. Mi riconosco in quasi tutti i livelli logici, in particolar modo nel secondo.
Siamo stati abituati Sin da piccoli al sacrificio e alla competizione. Non conosciamo altri modi. Spesso è così. Va tutto bene perché può funzionare e nel breve periodo è anche molto efficace, ma, competizione e sacrificio protratti per lunghi periodi portano allo sfinimento. Con il tempo si dovrebbe raggiungere un livello di consapevolezza tale da riuscire ad ottenere di più con sforzi minori. Si dovrebbe vivere con maggiore leggerezza. Invece si continua a competere e a “sfinirsi” fino alla pensione… per assenza di metodo e consapevolezza. Grazie Domingo per il tuo commento.