Credevo sempre di dover fare e dare di più.
Ero stanco di vivere solo per gli altri.
Non stavo più bene con le persone che avevo vicino, con la mia famiglia, con il mio socio.
Da una parte mi sentivo come quello che trainava tutti e dall’altra quello che veniva denigrato da tutti, sia in casa che al lavoro.
Mi sentivo costantemente giudicato.
Mi rendevo conto che il mio essere impulsivo mi portava spesso a non valutare attentamente cose che invece andavano gestite con calma, ponderate.
E la mia frenesia nel fare, il mio essere iperattivo non mi stava portando poi tanto lontano.
Dovevo darmi una calmata.
Volevo riuscire a rilassarmi, a rallentare.
Non sapevo stare fermo, non riuscivo a godermi dei momenti piacevoli perché pensavo sempre che ci fosse qualcosa più urgente da fare, qualche faccenda da sbrigare, così da anticiparla e non trovarmela il giorno dopo.
Ma così mi perdevo il presente, era una continua corsa.
Anche se mi concedevo una vacanza, per esempio, diventava una frenesia perché cercavo di fare più cose possibili, diventava un lavoro anche quello!
Invidiavo quelli che facevano poche cose però se le godevano.
A livello familiare volevo fare qualcosa per migliorare il rapporto tra la mia ex moglie e una delle mie figlie perché in parte mi sentivo responsabile, credevo di non saper gestire la situazione, di dover fare di più.
A livello professionale volevo piantare delle basi solide per un futuro più tranquillo, in modo da iniziare a lavorare un po’ meno, alleggerendomi un pochino la mente e avere più tempo per godermi la famiglia.
Essendo un imprenditore, non avevo la certezza di fisse entrate mensili, quindi avevo il terrore di avere un crollo economico.
Tra me e il mio socio, quello che si faceva carico di più responsabilità ero io.
Ero sempre stato abituato a vedermela da solo.
Il mio sogno era quello di vedere la mia azienda come una famiglia, quindi trovare un modo per risolvere quei problemi che si creavano tra gli operai, tra i quali c’era sempre competizione.
Quando ho capito che non si possono cambiare le altre persone, ma dobbiamo essere noi stessi a cambiare, a capire quello che vogliamo e quello che non vogliamo, ho deciso di fare il passo verso il mio di cambiamento.
Prima di allora avevo fatto qualche colloquio con qualche psicologo, più che altro per sfogarmi, per parlare.
Poi un rappresentante della mia azienda, che aveva già partecipato al Metodo INCIMA, me ne parlò molto bene.
A seguito di questa conversazione ci fu una conferenza di Dario Perlangeli, a cui decisi di partecipare. Parlo di tre anni fa, forse quattro.
Nonostante la conferenza mi fosse piaciuta molto, lasciai cadere lì la cosa.
Ma nel frattempo continuavo a seguirlo su Facebook.
Ero affascinato da quel tipo di argomenti, ho sempre creduto nel fatto che, se vuoi raggiungere davvero qualcosa, parte tutto dal pensiero.
Quindi il fatto di capire e lavorare sui meccanismi alla base del pensiero mi affascinava.
E poi penso sia fondamentale mettersi in discussione, non essere chiusi a sè stessi, ma aprirsi a un mondo da cui c’è tanto da imparare.
Così stavolta ho deciso di non far passare altri 3 anni.
Avevo solo paura che ci sarebbe stato molto da fare, da studiare, e che non ce l’avrei fatta per gli impegni di lavoro, ma poi mi sono reso conto che basta prenderla con tranquillità e che il tempo da dedicare non è poi così tanto.
Dovevo solo calcolare l’investimento economico, ma sentivo che mi stavo regalando qualcosa per me, una cosa che mi resterà per tutta la vita.
Ho capito che era la cosa la cosa giusta, ed è stato il miglior investimento che potessi fare.
Sono felicissimo di aver vissuto questa esperienza “surreale”, la definisco così perché soprattutto le giornate dal vivo sono state qualcosa di speciale.
Ero molto fiducioso già dopo aver parlato un paio di volte con Dario, ma poi conoscere anche Cristina e vederli insieme al loro staff e ai miei compagni di avventura è stato fantastico!
Quelle splendide tavolate tra persone pronte a mettersi in discussione e a rimboccarsi le maniche per migliorarsi non le dimenticherò mai.
Già dopo il primo weekend in Masseria, ho avuto le idee più chiare e ho capito quali erano le mie lacune e i miei punti di forza e mi sono attivato per rimediare alle prime e rinforzare le seconde.
Poi il lavoro a casa mette in pratica tutto quello che hai appreso durante il corso in aula e inizi ad ottenere concretamente i tuoi bei risultati.
Ho capito che alla base di tutto c’è la calma, virtù che sto sviluppando sempre più grazie anche al training mentale con il Mind Re-Start, che io considero la pace dei sensi.
Mi rasserena, mi dà la tranquillità e la consapevolezza di poter arrivare ovunque, di essere e fare qualsiasi cosa, rafforzando così la mia ambizione.
Lo trovo fondamentale per tutto.
Prima non riuscivo ad allontanare le persone negative perché mi sembrava di fare un torto e invece così facendo i torti li subivo io.
Non voglio fare e non faccio più la vittima.
Se prima stavo sempre a raccontare tutto ciò che subivo, adesso invece cerco di essere più leggero, di pensare che il problema presto si risolverà e così è.
Non voglio più parlare di problemi, li affronto e basta.
Sono molto più sereno, più tranquillo.
Ho risolto in modo pacifico gli screzi con il mio socio e riesco a farmi rispettare di più dai miei dipendenti.
Prima ero “l’amico”, ora invece assumo un ruolo più autorevole, rimanendo comunque sempre comprensivo e disponibile.
Sto sviluppando le mie capacità di leadership.
Il mio intento, che era quello di creare una famiglia all’interno della mia azienda, sta prendendo corpo: vedo già l’ambiente che sognavo.
Anche a casa sono più sereno e riesco a essere meno impulsivo e più razionale.
Sono forse più saggio.
Grazie al mio impegno a volermi migliorare e alla professionalità dei coach, che io considero i miei “angeli custodi”, ho acquisito una maggiore forza interiore.
Dario e Cristina sono favolosi, delle persone molto umane.
Loro hanno le doti magiche per fare il lavoro che fanno, si sposano proprio con l’ideale di armonia, di pazienza e amorevolezza.
Ti trasmettono uno stato d’animo positivo già solo facendo una chiacchierata con loro.
Ti danno sicurezza, ambizione, sono un esempio come persone prima ancora che come professionisti.
Io rifarei questa esperienza altre 100 volte!
Salvatore Carallo