… e adesso ho bisogno di un nuovo piano per evadere.
Tutto è cominciato all’età di 7 anni, quando mi sono reso conto che senza aver commesso alcun reato mi avrebbero da lì a poco rinchiuso in un carcere di massima sicurezza: Alcatraz.
Mi ha fatto davvero impressione che questo carcere si trovasse su di un’isola, Alcatraz, appunto. Ma soprattutto che fosse soprannominato “The Bastion”, la Fortezza perché era impossibile ipotizzarne una fuga.
Non giudicarmi se ho da subito pensato alla fuga. Anche tu lo avresti fatto al posto mio. Prova ad immaginarti rinchiuso in una cella già all’età di 7 anni, senza alcuna possibilità di realizzare i tuoi sogni e di vivere la vita che avresti sempre desiderato vivere e per la quale pensi di essere nato.
Prova ad immaginare tu come si può vivere quando scopri di non essere libero di esercitare le tue intenzioni perché sei ingabbiato all’interno di 4 mura impenetrabili.
Mi è bastato spostarmi un po’ più in là, immaginare il mio futuro e sentirmi asfissiare, senza ossigeno, come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Sono subito tornato nel presente e ho realizzato che dovevo escogitare una fuga.
Prova tu ad immaginare la tua vita fra 5 anni continuando a vivere nella stessa gabbia in cui ti sei cacciato.
Come ti sentiresti se scoprissi di non essere libero di scegliere, libero di decidere, libero di costruire la vita dei tuoi sogni perché i carcerieri a guardia della tua cella te lo impediranno con tutte le loro forze?
Bene, ora mi puoi capire. E hai 3 strade davanti a te.
La prima è quella che scelgono in tanti: lamentarsi ogni giorno della sfortuna di essere rinchiusi in una cella di massima sicurezza.
La seconda è quella di rassegnarti a sopravvivere, tanto sai benissimo che non sarà possibile cambiare nulla o che la fatica per il cambiamento è superiore ai benefici che ne trarresti.
Oppure puoi scegliere la strada che hanno scelto Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin, esattamente 56 anni fa.
Il 20 gennaio 1960, Morris fu mandato ad Alcatraz, diventando il prigioniero n. AZ1441. Presumibilmente Morris cominciò a progettare un nuovo piano di fuga durante il primo anno di permanenza ad Alcatraz.
In quest’occasione, riuscì a convincere altri tre prigionieri ed amici che aveva già conosciuto ad Atlanta: Allen West, John e Clarence Anglin.
Il tentativo di fuga fu abbastanza semplice. Per due anni, Morris, West e gli Anglin rubarono dalla prigione diverso materiale per costruirsi una zattera e poter attraversare la baia di San Francisco, e delle teste finte di cartapesta simili a loro, per far credere alle guardie che stessero dormendo.
Si pensa che si siano serviti del manico di un cucchiaio per allargare le condotte di ventilazione da dove poi sarebbero scappati. Dal maggio del 1962 cominciarono a scavare attraverso le condotte nel muro delle celle, lavorando a turni, con le guardie di custodia ignare del loro piano.
Nella notte dell’11 giugno 1962 il piano venne realizzato. Il gruppo, ad eccezione di West, (tra poco ti dirò cosa gli è successo e ti verrà da ridere) scappò dai fori nella parete, entrando nel corridoio.
I tre procedettero prima sopra il tetto, per poi scendere verso la baia, dove salirono sulla zattera da loro costruita, la quale scomparve nella notte.
La mattina seguente gli ufficiali ritrovarono le teste finte nelle brande dei prigionieri e fu dato l’allarme.
L’FBI condusse una delle più grandi cacce all’uomo della storia; tutto quello che fu ritrovato furono alcuni resti della zattera e dei salvagenti sulla spiaggia di Angel Island.
Fu anche ritrovata una borsetta impermeabile che conteneva oggetti personali di Clarence Anglin.
Il 31 dicembre 1979 dopo 17 anni di indagini, l’FBI dichiarò ufficialmente chiuso il caso, non essendo emersa alcuna credibile evidenza che i tre uomini fossero ancora vivi.
Comunque, nell’eventualità che così non fosse, passò le indagini alla Polizia Federale… 😉
Non è una storia incredibile? Quasi da farci un film vero?
Chissà perché le storie più significative ispirano i film? Forse perché quei film rispecchiano i sentimenti di ognuno di noi?
Del resto, il film lo hanno fatto davvero ed è quello che è accaduto anche a te, se lo hai visto. Hai sicuramente dapprima empatizzato con i fuggiaschi, facendoti carico degli stessi desideri e delle stesse paure, poi tifato e infine fortemente voluto, l’evasione di Clint Eastwood nel film “Fuga da Alcatraz” ispirato alla storia vera.
Empatizzare con le fughe altrui è molto più facile vero? Le imprese degli altri danno una doppia ricompensa: da un lato ti fanno provare emozioni intense e anche se empatizzi con le paure altrui, in fondo sai di non essere tu ad assumertene i rischi.
Dall’altro ti aiutano a confermare la tua vera identità di incapace.
(Dario, confermare la propria incapacità sarebbe una ricompensa?)
Sì.
Leggi fino alla fine e comprenderai l’assurda verità che sfugge al 95% delle persone.
L’incapacità o meglio, la percezione di incapacità non è una cosa solo brutta perché, se da un lato ti limita, dall’altro ti offre una lauta ricompensa.
Pensare di non potercela fare, di non essere all’altezza, di non avere i mezzi o di non meritare, ti mette nelle condizioni migliori per rinunciare o meglio ancora di rimandare.
Nel primo caso ti sentirai sicuro di non doverti assumere alcun rischio, nel secondo caso, ti rimane anche la speranza che un giorno tu possa farcela.
Cazzate!!! Sono solo cazzate. E tu questo lo sai benissimo.
Sai benissimo che la tua vita non è quella che desideravi vivere. Sai benissimo che sei rinchiuso nella cella di sicurezza delle tue convinzioni limitanti e delle tue scuse.
Sai benissimo che se solo volessi, potresti evadere con facilità e senza dover correre gli stessi rischi dei fratelli Anglin.
Non rischi la vita, eppure i tuoi piani per evadere mancano sempre di qualcosa per riuscire.
A volte ti manca il forte desiderio di libertà dai condizionamenti (del tuo passato) e dai giudizi degli altri.
Altre volte dimostri di volerlo, ma non sei disposto ad assumerti il rischio di agire, di decidere, di partire, di liberarti definitivamente dai tuoi carcerieri interni ed esterni.
Altre volte ti perdi per strada: molli, anche se la tua decisione di svoltare una volta per tutto sembrava quella definitiva.
Che succede allora?
È come se ad un tratto, dopo aver attraversato il tunnel che hai scavato scorticandoti le dita e attraversato a nuoto un fiume infestato di coccodrilli, sull’altra sponda, mentre si consumano i primi festeggiamenti, ti trovassi davanti una navicella spaziale e venissi prelevato da entità aliene che si impossessano di te e ti sussurrano all’orecchio.
Queste entità aliene (al tuo cambiamento o desiderio di riscuotere il credito con la vita) ti portano nella loro navicella e ti parlano, alcuni in maniera aggressiva, altri, in maniera tanto affettuosa quanto subdola.
Ti convincono che Alcatraz non è una prigione, che quelle sono le mura di casa tua e che sei libero. Nessuno ti impedisce di entrare e uscire quando vuoi e di fare tutto quello che vuoi.
E tu che fai? Invece di svegliarti da questa ipnosi e costruire un nuovo piano di fuga ti lasci persuadere e rinunci ai tuoi sogni e al tuo desiderio di libertà.
Allora ti convinci che la relazione di coppia felice puoi trovarla rimanendo all’interno di quella cella e nello stesso tempo, speri che il successo professionale ed economico che meriti, tu possa raggiungerlo nell’ora d’aria che ti viene concessa.
Ad un certo punto non riconosci più la differenza tra prigione e libertà perché confondi la realtà all’interno delle quattro mura con l’unica realtà possibile.
Se veramente credi in te, non permetti a nessuno di non credere in te.
Siamo immersi in una nube di condizionamenti che ci fanno ‘SOFFRIRE’ IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI. Gli altri (gli alieni) parlano e proiettano le loro convinzioni e paure su di noi.
Gli altri dicono quello che possono, esprimono giudizi su quello che sanno, tirano fuori le loro paure e i loro limiti e giudicano, giudicano giudicano.
Gli altri fanno quello che possono con i mezzi che hanno. Tu cosa fai? Subisci questi giudizi o li ‘ignori’ accettandoli e andando avanti per la tua strada? Hai il coraggio di scegliere senza farti influenzare dagli altri?
O meglio, hai il coraggio di scegliere da chi farti influenzare (in positivo)?
Hai il coraggio di rispettare la tua unicità che non può essere paragonata alla vita degli altri perché gli altri non ne sanno nulla della tua vita e viceversa?
Sappi che quello che scegli, determinerà il tuo prossimo destino e sarà solo COLPA tua se ORA RINUNCI AI TUOI SOGNI. Io non amo parlare di colpa, ma di RESPONSABILITÀ, chi mi segue nel Metodo INCIMA lo sa.
Però ci sono giorni che mi girano le palle (scusa sai ma quando ce vo’ ce vo’), perché sento cose troppo importanti accadere che limitano la gente e la condannano all’infelicità. In questo caso è diverso. Forse è bene a volte sentire la colpa e sentire il peso che ha sulle nostre spalle tanto da affossarci e soffrire.
E anche vivere le conseguenze della colpa forse ci serve davvero. Cosa ne sanno gli altri della tua vita? Cosa ne sanno dei sacrifici che stai facendo, delle lotte interiori che stai vivendo, cosa ne sanno di quanto stiano sanguinando le tue mani mentre scavi la via per la libertà?
Tu dici di essere determinato e di volercela fare? Dimostralo! Fottendotene degli altri. Impedendo agli alieni di limitarti e di giudicarti perché CHI TI LIMITA IMPEDENDOTI DI VOLARE, NON TI AMA.
Chi ti ama, e intendo amore vero, quello senza condizioni, ti permette di fare, si FIDA di te e delle tue scelte, anche se non le conosce e comprende fino in fondo. Chi ti ama davvero può non sapere quello che hai scelto, può non conoscere il tuo lavoro, i tuoi interessi, hobbies, passioni, però anche se non li conosce DEVE rispettarli, se ti ama.
Altrimenti NON TI AMA, vuole solo il CONTROLLO su di te e TU glielo permetti. Ti vuole in modo egoista racchiuso nei tuoi limiti. Ti vuole piccolo, così ti può manipolare.
Ti vuole debole così può decidere per te, ti vuole alle SUE condizioni.
E se sono diverse dalle tue? Quanta gente vive così. Quante coppie sono schiacciate nell’infelicità di questo tipo di rapporti.
Quanti mariti e quante moglie fanno questo errore. Mamma mia, a me tutto questo fa venire i brividi perché nella maggior parte dei casi si tratta di persone inconsapevoli. Chi giudica non sa.
Chi limita non si rende conto (consciamente). E allora dov’è la soluzione?
Nella LIBERTÀ e nella FIDUCIA. Se i matrimoni si fondassero sulla libertà e sulla fiducia, vivremmo in un mondo migliore e saremmo più felici.
La questione è che spesso chi ti sta accanto non vuole il tuo cambiamento, perché il cambiamento è scomodo. Impone disagio, impone mettersi in discussione e forse l’altro non lo vuole.
Se qualcuno non crede in te è un problema suo. Se qualcuno non si fida di te, è un problema suo. Sai quando diventa un problema tuo? Quando anche tu non credi in te e ti lasci condizionare dall’energia della sfiducia.
Bisogna essere forti, molto forti, più forti degli altri e delle circostanze per attivare un cambiamento! SOLO TUO SEI L’ARTEFICE DEL TUO CAMBIAMENTO. PUNTA SU DI TE, SULLE TUE FORZE, È LÌ LA VERITÀ PER CREARE LA TUA VITA. Tutto il resto sono solo stronzate che ti limitano.
Puoi uscire da qualsiasi condizionamento alieno e alienante e impedire che la tua gabbia ti persuada di non essere rinchiuso in una gabbia.
Oppure scegliere di farti risucchiare dal passato!
Rifletti e agisci di conseguenza.
A meno che non ti trovi nella situazione di West, te lo ricordi, il quarto “eroe” in fuga? Bene, lui non ha potuto proseguire la fuga verso la libertà perché era troppo grosso rispetto al buco che avevano scavato. Ironia della sorte.
A meno che non pensi di non meritare di vivere una vita all’altezza dei tuoi sogni, è arrivato il momento di progettare il tuo piano di fuga.
Scopri di più sul Metodo INCIMA. Abbiamo preparato per te un piano di evasione geniale che ti darà la garanzia di non essere più riacciuffato.
Dario Perlangeli