Ci sono mali visibili, evidenti, disagi dei quali riesci ad accorgerti subito: tristezza, noia, rabbia.

Poi ci sono mali invisibili, quei “fantasmi” che non vedi ma che ti trapassano e penetrano lentamente nella tua mente, nella tua pelle e diventano silenziosamente parte della tua condizione psico-fisica.

Nella realtà che vivi tutti i giorni, sta succedendo qualcosa di apparentemente innocuo, un fenomeno di cui forse avrai sentito parlare e che riguarda tutti noi, tanto grande che sta catturando l’attenzione dei più importanti psicologi del mondo.

Si tratta del “languishing”, termine che ricorda quello italiano “languire”, e che è stato coniato dal sociologo Corey Keyes, dopo aver osservato quante persone non se la passino bene nel periodo Covid, nonostante l’assenza di sintomi di disagio psicologico.

Un altro studioso, Adam Grant, psicologo dell’Università di Pennsylvania, in un articolo ha descritto quest’emozione come “un senso di stagnazione e di vuoto. Ti senti come se ti stessi confondendo tra i giorni, come se guardassi la tua vita da un finestrino appannato. (…) È l’assenza di benessere. Non hai sintomi di disagi psichici, ma non sei neanche il ritratto della salute mentale. Non funzioni al massimo delle tue capacità. Il ‘languishing’ spegne la tua motivazione e distrugge la tua capacità di concentrarti”.

Stagnazione, vuoto, apatia, tutti giorni ti sembrano uguali… non trovi niente di familiare?

Certo che sì! È lo stato d’animo che stiamo vivendo tutti in questo periodo di pandemia, restrizioni e “clausura”.

Lavori tutto il giorno e ti rimangono quelle tre ore concentrate di tempo libero in cui devi fare tutto, dalla spesa alle commissioni, ai figli che hanno bisogno di un aiuto nei compiti (e dico tre ore perché verso le 22 ormai da mesi scatta il coprifuoco in tutta Italia!).

Vorresti programmare le giornate in modo diverso, ma non riesci, perché il tuo tempo è limitato.

Anche nei fine-settimana, soprattutto d’inverno, le prospettive non sono le migliori che avresti immaginato, perché la sera (come tutte le sere), ormai non si può fare nulla, se non buttarsi su una poltrona, leggere o al limite guardare qualcosa su Netflix.

E intanto, l’amico tizio o caio ti chiama per farti quel giro all’aria aperta di almeno un’ora, ma ti senti stanco, ormai ti sei assuefatto a quella poltrona, a quella routine.

“Chi me lo fa fare di cambiare programma?” ti sarai detto. Che tradotto significa: chi me lo fa fare di uscire dalla mia zona di comfort? E sì, perché senza accorgertene, ti sei trincerato in una “nuova bolla” di comodità, dove esisti solo tu e le tue nuove routine, tu e il tuo divano.

Non ti rendi conto che stai lentamente scivolando nella solitudine, sei indifferente alla tua apatia e alla tua stessa indifferenza, e quando non sei cosciente di quello che ti sta accadendo, sembra tu possa fare ben poco per aiutare te stesso.

Se ci fai caso, non soltanto la tua vita, ma anche le notizie sono diventate ripetitive.

E se non senti parlare del Covid, è perché spesso si parla di conseguenze politiche ed economiche legate alla malattia (sai che novità!).

Eppure, avrai sicuramente letto e osservato che, per quanto ne dica il main stream, ci sono tanti altri disturbi che nuocciono anche a livello psicologico.

Stress, attacchi d’ansia e di panico sono aumentati notevolmente… adesso devi fare i conti anche con l’apatia e la tua indifferenza!

Hai degli obiettivi da raggiungere, ma tutte queste restrizioni e impedimenti te li fanno apparire come un miraggio.

E allora trovare il lavoro dei tuoi sogni ti sembra ancora più difficile, così come costruire una relazione positiva, o realizzare qualsiasi progetto importante della tua vita.

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Perché se ti fai mille problemi per uscire all’aria aperta, figuriamoci a fare progetti!

Ma adesso che ti sto parlando, che sei venuto a conoscenza di quello che ti (ci) sta accadendo, vorresti giustamente trovare una soluzione.

Ti dirò… per quanto il “languishing” possa sembrarti qualcosa di nuovo e preoccupante (ci mancherebbe, tutto se trascurato può diventare grave…), non è qualcosa di irrisolvibile.

Il “languishing” di alcuni mesi fa, prima del Covid per intenderci, era rappresentato da altre forme di restrizioni: l’inadeguatezza, la paura del giudizio, i blocchi alle decisioni, la procrastinazione, la difficoltà ad autorealizzarsi come professionista e a livello personale, come genitore, marito, moglie.

Oggi è stato coniato questo nuovo termine, ma cos’è il languishing se non un nuovo modo per riflettersi in questo specchio chiamato vita e nuova opportunità per riconsiderare se stessi.

Ogni essere umano ha il dovere di elevare la propria coscienza e andare oltre le difficoltà e le sfide a cui è sottoposto quotidianamente.

È sempre una questione di mentalità e quindi di atteggiamento verso le cose e verso se stessi.

Del resto, anche oggi, in questo periodo così particolare ci sono persone che stanno cogliendo delle opportunità straordinarie, mentre altre languiscono in atteggiamenti vittimistici.

Perché non pensare che sia arrivato il tuo turno ? Ci sono dei motivi te lo assicuro, se alcune persone se la cavano sempre, in ogni situazione, e altre continuano ad arrancare.

Questi motivi hanno diversi nomi:  consapevolezza, amore per se stessi, capacità di credere nei propri obiettivi, conoscenza delle dinamiche mentali, robustezza psicologica, capacità di relazionarsi efficacemente ecc…

Il mondo ti chiede di crescere, cosa gli rispondi ?

Dario Perlangeli