Mi viene in mente una frase: “…e luce fu”.
Ormai sono trascorsi due anni dal giorno successivo al primo weekend di Libera la tua Forza Interiore, e grazie ai potenti strumenti dei quali sono venuto a conoscenza con il Metodo INCIMA, posso dire con sincerità al 100% di aver scoperto che c’è un modo più facile e armonioso per ottenere risultati nella vita sia lavorativa, sia familiare e sentimentale, sia nella perfetta salute, sia nelle relazioni.
Sono Architetto e ad un certo punto della mia vita e della mia professione ho compreso e sentito di dover fare qualcosa per migliorare il mio modo di vedere le relazioni e la mia efficacia nei rapporti professionali.
Rammento cosa era nei miei pensieri prima di cominciare il mio percorso di crescita personale:
“Mi piace il mio lavoro ma trovo sempre clienti con poco gusto estetico”, “quanto è difficile e faticoso far passare le idee”, “non realizzo mai per intero quello che progetto”, “lavoro così tanto e non ho nessun risultato economico”, “faccio l’impossibile e non ho tempo per la mia vita privata”.
A queste mie convinzioni riguardanti il lavoro, ormai diventate radicate e profonde, si aggiungevano quelle riguardanti l’aspetto economico: “la gente non paga”, “devi sempre chiedere, ed è come fare l’elemosina”, “forse sto chiedendo troppo”.
E forse, cosa ancora più grave, il denaro ha avuto sempre un’importanza marginale nella mia vita e gli unici pensieri che lo riguardavano erano basati sul senso di colpa: “ho paura di chiedere troppo e che la gente pensi che ne approfitti”.
E la mia vita rispecchiava le mie convinzioni: tantissimo lavoro, progetti sempre difficili e poco remunerati, clienti ostici e sempre troppe tasse da pagare.
E come se non bastasse, ad aggravare le cose e ad “incasinare” quasi irrimediabilmente la mia vita, ho incontrato un giorno il “Re” dei miei carnefici.
Il più grande specchio del mio vittimismo giunto ormai a livelli insostenibili.
Racconto come sono andate le cose perché questo può far comprendere meglio come abbia quasi raggiunto il punto di non ritorno.
Tutto parte con una telefonata e a seguire un incontro in cui mi vengono commissionati dei progetti.
Lui, il committente, una persona autoritaria, carattere militare e grande carisma.
Ci legava una forma di parentela e, infatti, tutta la famiglia mi sconsigliava di intraprendere qualsiasi rapporto di lavoro con lui: mi dicevano: “vedrai, ne approfitterà”, “ti sfrutterà”, “ha un carattere impossibile”.
Io invece ambizioso e testardo. Ho capito solo ora che mi stavo cacciando in un’esperienza dolorosa ma utile alla mia causa, accetto l’incarico e cado nel tranello che la vita mi aveva messo davanti: subisco per decenni i suoi stati d’animo e vengo costantemente umiliato. Se da un lato si vantava di “possedere” un grande architetto, dall’altro non faceva che mortificare la mia professionalità.
Ero il suo architetto preferito e nonostante il suo fare autoritario, lo veneravo. Adesso mi vengono in mente alcuni trascorsi della mia infanzia: ad esempio, da chierichetto l’arciprete del mio paese. Anch’egli molto autoritario, di lui tutti avevano rispetto e paura.
Una volta di ritorno da un funerale io, insieme ad altri ragazzi, correvamo in chiesa verso la sagrestia per toglierci la tonaca ma non ci eravamo accorti di lui.
Ricordo di aver fatto decine di metri preso per le orecchie e rimproverato e umiliato davanti agli altri ragazzi. Tornato a casa raccontai il fatto a mia madre e per tutta risposta presi altre botte e fui obbligato a tornare in chiesa e chiedere scusa. Sottolineo lo schema: ero il suo chierichetto preferito e nonostante il suo fare autoritario, lo veneravo.
Molti anni dopo, a 35 anni, l’uomo che ho definito come il “Re” dei carnefici, mi ha dato l’incarico di realizzare un edificio enorme, complesso. Ero entusiasta di quell’incarico ma mi sentivo anche impreparato.
É successo davvero l’impossibile. Progetto con un altro tecnico la prima bozza. Quest’ultimo litiga con il “boss” e si dimette. Rimango solo. Chiedo aiuto ad altro tecnico e consegno il progetto che viene approvato dall’ufficio tecnico. Iniziamo uno scavo profondo 8 metri ma il cliente decide di fare una variante sostanziale al progetto. Si ridisegna il progetto e si consegna.
Nel frattempo è cambiato il responsabile dell’ufficio tecnico che boccia la variante. Viviamo una situazione di stallo per diversi anni. Rinuncio al lavoro. Il cliente accetta e fa presentare da un altro tecnico una nuova variante. Il progetto viene nuovamente bocciato.
Allora il cliente che assume sempre più le sembianze di un persecutore, mi minaccia e pretende la presentazione di un nuovo progetto da parte mia. Accetto, il progetto viene approvato ma durante i lavori resto vittima di un incidente mortale dal quale esco vivo per miracolo, ma inabile per 6 mesi. Ne conseguono grosse difficoltà economiche.
Alla fine dei lavori, ad eccezione di un piccolo intervento, rifiuto di approvare degli abusi edilizi, mi dimetto, e vengo citato per risarcire presunti danni. Ora il calvario continua anche nelle aule del tribunale.
Ho vissuto per quasi 15 anni sotto la “scure” di questo “carnefice” che oggi riconosco come detto in precedenza un gigante specchio del mio sentirmi vittima e delle mie paure più recondite.
Uno degli aspetti che mi faceva ben sperare era il mio ottimismo, ma ormai mi rendevo conto che continuavo a raccontarmi delle inutili storie positive, e nel frattempo i problemi e i debiti aumentavano giorno per giorno.
Tutto questo mi strisciava nello stomaco come un serpente e mi tirava sempre più giù. Era difficile chiedere aiuto, mi sentivo perso e soprattutto non avrei mai coinvolto direttamente mia figlia o mia moglie nel vivere le mie stesse pene.
Mi vengono in mente altri trascorsi della mia infanzia: nato in una famiglia numerosa di quattro fratelli e una sorella, povera economicamente, fortemente cattolica e unita.
Quando avevo 14 anni, mio padre cadde e fu costretto a non lavorare per più di 6 mesi. La famiglia era ridotta all’ indigenza. Decidemmo di spostarci per fare una stagione di tabacco in Basilicata. Dopo la stagione tornammo a casa. E il settembre successivo ritornai in Basilicata per vendere il tabacco. Ero accompagnato da un mio fratello più piccolo. Avevo paura di non farcela. Mi si stringeva la gola per la tensione.
Ma non potevo chiedere aiuto a mio fratello piccolo. Toccava a me, non c’era alternativa. Mi tenevo tutto dentro. Fu un’esperienza faticosissima. Difficilissima.
Ma fortunatamente riuscii a portare a casa il risultato. Nel rivivere questi ricordi, mi è venuto in mente quanto sia sempre stato grato per la mia famiglia, il mio lavoro, la mia determinazione. Ho sempre pensato che me la sarei cavata in ogni occasione.
Oggi mi rendo conto che una parte di me è sempre stata positiva, animata da grande speranza, ma un’altra parte di me conservava gelosamente ogni mia paura, ogni blocco, ogni sensazione di non essere all’altezza.
Poi, un giorno, la grande svolta.
Mia moglie frequenta il corso Libera la tua Forza Interiore, inizia a fare i training Mind Re-Start e subito noto in lei un cambiamento a dir poco incredibile. Cominciò ad affrontare le incombenze della sua famiglia e il rapporto con nostra figlia e con me in modo diverso, era come sentire una nuova sensazione di pace.
Dopo un po’ di tempo è stata lei stessa ad invitarmi ad una conferenza tenuta da Dario. E li, mi si è aperto un mondo.
Quella sera, durante l’incontro mi sono chiesto più volte cosa ci facessi in quell’aula. Io non ho paura del cambiamento, sono ottimista. In cosa mi avrebbe potuto aiutare? Ma più lui si inoltrava negli argomenti, più mi convincevo che avevo bisogno di una guida.
Ho chiesto un incontro personale con Dario e subito ho capito che c’era sintonia, mi piaceva quello che pensava e quello che diceva. Ho cominciato anch’io a praticare il Mind Re-Start. Queste meditazioni/training personalizzati con il mio nome, che continuo anche oggi a fare tutti i giorni.
Cosa è cambiato da quel giorno?
Ho migliorato la qualità e la forza dei miei pensieri, dei miei atteggiamenti, del linguaggio, delle mie azioni.
Ho perfino perdonato il mio carnefice, nei tre modi che mi ha spiegato Dario, ho accettato, ho avuto fede che tutto si potesse sistemare, ho immaginato come poteva concludersi e ho provato una grande emozione.
E così è stato. Non solo ho vinto quella causa ma ho anche perdonato completamente l’intera vicenda e da li ho cominciato a volare.
Le procedure passo passo del Metodo INCIMA mi hanno aiutato ad essere più costante. Mi sono creato nuove abitudini. Oggi sono molto più consapevole delle mie capacità professionali e so, ad un livello più profondo, e senza dubbi, di meritare i clienti facoltosi che stanno giungendo negli ultimi mesi.
Loro apprezzano il dono della mia professionalità, competenza e passione e rinforzano in me la convinzione di meritare di vivere nella prosperità.
Credo di essermi completamente liberato da qualsiasi sensazione di inadeguatezza e immeritevolezza, e la mia professione, e di conseguenza la mia condizione economica, ha davvero preso il volo. Posso dire che oggi credo molto di più in me stesso. Lo scorso anno ho seguito i consigli che Dario ci ha dato durante uno dei corsi del Metodo INCIMA e ho spostato il mio focus dai debiti ai profitti.
Da quel momento, in pochi giorni, si sono create delle situazioni inimmaginabili. La fortuna ha cominciato a venirmi incontro e mi sono stati commissionati dei progetti di gran valore. Si è generata un’onda lunga di successo ormai inarrestabile.
Ho creato una nuova società e un nuovo sistema di collaborazioni che mi permette di realizzare lavori chiave in mano guadagnando tempo e denaro da dedicare alla mia persona, alla mia crescita e alla mia famiglia. Mi osservo e sono consapevole dei miei processi mentali, attiro persone allineate con i miei pensieri e in perfetta armonia con la prosperità economica.
Ascolto, sono consapevole di essere straordinariamente capace di creare nuove opportunità e di realizzarle concretamente.
Sono costante, mi informo, sviluppo processi che mi aiutano a crescere.
In definitiva, grazie al Metodo INCIMA, adesso posso dire di avere un metodo ricco di procedure semplici e di facile applicazione.
Sono consapevole di avere la predisposizione a immaginare e a creare, è il mio mestiere da architetto, ma aver spostato le mie capacità su altri campi a me poco familiari tipo l’aspetto economico, mi ha permesso di capire che qualsiasi cosa si voglia è possibile ottenerla se si ha un metodo e si ha costanza.
Da un po’ di tempo ho spostato la mia attenzione sulla salute: adesso se ho un dolore non lo combatto, se ho un dolore fisico mi chiedo cosa chiede la mia anima al mio corpo, ci parlo, chiedo perdono, medito e come per incanto tutto si modifica.
Devo ringraziare mia moglie che mi ha fatto conoscere Dario e Cristina e il Metodo INCIMA, sono consapevole che ho tanto ancora da fare ma sono sicuro che continuare a liberarmi dalle zavorre del passato (adesso molte di meno per fortuna), trasferire le mie conoscenze, avere fiducia e delegare mi consente di avere più tempo da dedicare a me e alle mie passioni, ai miei amori: mia moglie e mia figlia.
Ringrazio tutte le persone che ho conosciuto all’interno di questo bellissimo mondo INCIMA. Lo scambio energetico e di conoscenze che avviene in questi incontri e nel gruppo chiuso su Facebook è fondamentale per tenere alta la guardia e non sentirsi mai soli.
Giuseppe De Iaco