Nel corso degli anni ho intrapreso varie strade per uscire da quel tunnel,compreso un percorso di psicoterapia.
Ma sentivo che mi mancava qualcosa di concreto per poter risolvere, avevo bisogno di un metodo!
Vivevo un periodo della mia vita molto particolare perché stavo affrontando una difficile separazione.
Avevo paura di perdere tutto.
Intanto mi ero persa io!
E nonostante cercassi il sistema per rincominciare, mi riperdevo e mi sembrava di perdere tempo.
Vedevo scorrere la mia vita. Perdevo di vista l’obiettivo, ma forse non lo conoscevo nemmeno.
Ero spenta. Ero distrutta.
Nonostante le sedute di psicoterapia, dalle quali ho comunque tratto giovamento, sentivo che mi mancava qualcosa per poter risolvere.
Non mi bastava “chiacchierare”, avevo bisogno di un metodo concreto che mi aiutasse a superare i miei blocchi e realizzare i miei obiettivi.
Avevo dei picchi emotivi che andavano da eccessi di “up” a eccessi di “down”, vivendo in questo continuo vortice di emozioni contrastanti.
La mie incertezze mi creavano molta ansia, che si trasformava in un dolore nel petto.
Non ce la facevo più a vivere in quella condizione, a vedere tutto con gli occhi della paura.
Non volevo più vedere davanti a me limiti.
Una delle mie più grandi paure era di natura economica, come quella di non farcela ad affrontare delle spese impreviste o comunque le troppe spese che già c’erano.
Avevo paura di rimanere bloccata.
Di fatto ero bloccata in tutte le aree della mia vita: economica, emotiva, relazionale.
L’altra mia grande paura era quella di rimanere da sola, di essere abbandonata da tutti.
Era questo il mio più grande terrore, la paura della solitudine.
E credo che siano state proprio queste paure (che mi creavo da sola) la causa dei miei blocchi.
Sapevo che era di fondamentale importanza innalzare il mio livello di autostima.
Secondo me tutto parte da lì perché se una persona ha paura di rimanere sola è perché da sola non sa stare…
Non basta!
Questo si ripercuote non solo nelle relazioni, ma anche nel lavoro.
Infatti sapevo che potevo fare molto di più. Facevo un quinto, forse un decimo, di quello che avrei potuto fare, non a livello pratico, ma a livello di efficacia.
Sapevo che con il mio lavoro avrei potuto guadagnare 10 volte tanto, però la mia bassa autostima mi impediva di volare alto.
Questo mi portava anche a non chiedere per paura che l’altro mi dicesse di no.
Pur sapendo che erano soltanto paure inconsce, non fondate, non riuscivo comunque a liberarmi da quel senso di insicurezza.
E riversavo negli altri le mie aspettative.
Avevo dunque bisogno di liberarmi dalla paura dell’abbandono e del rifiuto. E acquisire la sicurezza necessaria per raggiungere i miei sogni. Uno tra questi era quello di trovare finalmente l’uomo della mia vita.
Sapevo che non mi mancava niente, che avevo tutte le potenzialità per vivere bene, però mi mancava il modo per riuscirci.
Mi mancava il metodo. Ero stanca di essere in gabbia, sempre nello stesso loop, sempre lo stesso protocollo di stati d’animo altalenanti.
Fondamentalmente volevo invertire la rotta, nel senso che non volevo più autosabotarmi.
Non volevo più dare ascolto a quella vocina del cacchio che mi diceva “No, non ce la puoi fare”!
L’esperienza mi aveva dato dimostrazioni oggettive che io ce la potessi fare, eppure tornavo sempre indietro.
Volevo imparare finalmente a camminare da sola perché pensavo che solo se avessi imparato a camminare da sola avrei potuto camminare con un’altra persona al mio fianco.
A volte non mi sentivo in grado di farlo e mi appoggiavo… ad un amico, a mio fratello, a qualcuno.
Quindi uno dei miei desideri più grandi era quello di non dipendere più da nessuno, non essere bisognosa, ecco.
Volevo essere felice, questo volevo dalla mia vita, la felicità.
Cosa che è dentro di noi, è uno stato d’animo e io volevo quello stato d’animo, fondamentalmente.
Volevo respirare in maniera diversa… volevo riaffiorare… ritrovare la mia serenità, che non sapevo più cosa fosse.
Avevo bisogno di energia nuova e soprattutto VOLEVO IL METODO per risollevarmi una volta per tutte.
Il Metodo INCIMA lo immaginavo come un tuffo dentro me stessa, come quando si va sul fondo della sabbia a trovare i pezzetti di vetro (che a me non piacciono, rappresentano qualcosa di vecchio) per portarli in superficie e poi lanciarli lontano.
Avevo delle aspettative altissime, quindi non volevo la delusione.
Mi aspettavo di uscire da questo percorso con il metodo giusto per riuscire ad afferrare quei pezzi di vetro rotti e levarli definitivamente dal mio fondale in modo tale da riemergere pulita o quanto meno sapere come scendere giù in fondo.
Penso che avere un metodo è come imparare a fare le moltiplicazioni; se impari le tabelline a memoria è un conto.
Se invece capisci come si fanno le moltiplicazioni, sei in grado di utilizzarle al momento del bisogno.
Il percorso che cercavo avrebbe dovuto avere molta pratica perché della teoria non ne potevo più!
Volevo riuscire ad affrontare i problemi, trovare la soluzione.
Volevo capire, di fronte alla paura, cosa fare in quel momento per invertire la rotta, per stare bene.
Cosa dovevo immaginare, cosa dovevo fare, quali erano gli step, passo dopo passo.
Mi serviva qualcuno che mi desse una corda e mi aiutasse a tirarmi fuori.
Ma mi doveva anche spiegare come tenere la corda in mano e che percorso avrei dovuto fare per potermi salvare, uscire da quelle sabbie mobili che mi portavano giù.
Nel Metodo INCIMA tutto questo c’era.
L’ho scoperto tramite una persona che conosco, che mi ha fatto vedere dei video.
Poi sono andata a curiosare, a leggere altre informazioni a riguardo.
Era quello che stavo cercando!
E poi mi ha attirato tantissimo l’energia di Cristina, persona che adoro. La molla che mi ha fatto prendere la decisione è stata la voglia di cambiare. Sapevo che così non potevo continuare, quindi avevo bisogno proprio di distruggere quelle sinapsi maledette di cui parla Cristina.
Mi sono detta: “io voglio quello e quello devo avere, punto. Merito una vita migliore.”
È un viaggio interiore.
All’inizio, come tutte le cose, c’è bisogno di imparare, è un processo di apprendimento.
Come i bambini, prima di imparare a camminare c’è bisogno del genitore, della sua mano.
A un certo punto si stacca quella mano e il bambino cammina da solo.
Avere quella mano è fondamentale. A quello serve la figura del coach!
Non avere un coach sarebbe come per una squadra non avere l’allenatore: ognuno si allenerebbe da solo, senza le regole che servono per comprendere il gioco.
Dario mi ha fatto capire che dovevo decidere. Decidere se dare ascolto alla mia parte sabotante, che voleva rimanere nella zona di comfort oppure ascoltare quella parte che invece voleva essere libera, volare.
Mentre Simona, la mia facilitatrice (una persona che ha fatto il percorso prima di me e che aveva una storia simile alla mia) mi ha aiutato a liberarmi da tutti i miei sensi di colpa. E ho capito che errare vuol dire viaggiare e ora dovevo viaggiare verso un’altra meta.
Il Metodo INCIMA mi ha aperto la mente.
Fondamentalmente mi ha insegnato a cambiare l’atteggiamento mentale di fronte alle difficoltà, un atteggiamento che ora è proattivo.
Mi ha insegnato a riprendermi dai momenti “down”, comprendendoli e sfruttandoli a mio vantaggio per diventare più forte, anziché farmi abbattere.
Le voci di Dario e Cristina mi danno proprio gioia, fiducia, serenità.
Mi sento a casa, ecco. Veramente lo dico col cuore.
Quelle rare volte che mi capita di sentirmi giù, “mi sparo” alcuni video di Dario e sto meglio, sono proprio delle pillole di saggezza.
É come se fosse un farmaco, un farmaco naturale senza controindicazioni.
Il training quotidiano Mind Re-Start è una potenza.
Quando lo ascolto è come se entrassi in una bolla, mi sento protetta e sono serena per tutto il giorno, riesco a gestire meglio i miei stati d’animo. É improntato sulla fiducia, che per me è il fulcro di tutto.
La fiducia è “io posso”, “io voglio”, “io merito”. Da lì nasce tutto.
I weekend in Masseria li ho considerati come una vacanza, uno staccare dalla routine!
Durante la permanenza ho conosciuto persone che condividevano con me gli stessi stati, le stesse paure, gli stessi dubbi… così ho pensato: “allora non sono sola, non sono la sola che si sente come me!”
Lavorare in gruppo ti dà una forza incredibile, in cui ci si sostiene a vicenda.
É veramente spettacolare perché ti rendi conto che ognuno di noi ha da dare all’altro.
Dunque il Metodo fornisce dei validissimi strumenti, che aiutano a tirare fuori schemi di pensiero limitanti e a introdurre nuove abitudini performanti.
É come se mi fossi depurata, capendo ed eliminando finalmente ciò che non andava dentro di me.
Sono passata dalla modalità “ansia” alla modalità “armonia”.
Dalla modalità “non ce la faccio” alla modalità “ce la faccio”.
Ora questo periodo di solitudine lo vivo come un modo per rinforzare me stessa, in modo da essere poi pronta ad apprezzare meglio l’altro e far sì che l’altro apprezzi di più me.
Per essere in grado di donare devo prima donare a me e poi agli altri.
Riesco a mantenere la calma sempre più spesso e riesco anche a sentire le persone calme e me ne circondo.
Sono più determinata di prima. Se prendo delle decisioni e ne sono convinta, riesco a convincere anche gli altri, per cui tutto dipende da me.
Ho visto che se cambio io, mi cambia tutto il “circondario”.
La fiducia, il non giudizio degli altri e di me stessa sono le cose fondamentali che ho imparato attraverso questo percorso.
Se ho fiducia in me stessa, riesco ad avere fiducia anche negli altri e sento che gli obiettivi arriveranno da soli.
Vedo che le cose fluiscono senza sforzo, di conseguenza si è abbassato il livello di ansia.
Quindi si abbassano le incertezze e aumenta la sicurezza.
Questo vivere in un clima armonico totale mi è nuovo, tant’è che mi dico “ma che mi succede?”.
Non ci ero abituata!
Quando vedo che sono tentata dal fare, “Devo fare questo, fare quello, fare…” mi perdo, perdo me stessa e poi mi devo andare a ripescare, quindi devo stare molto attenta.
Diciamo che ancora sto lavorando su questa rete neurale che devo tenere sempre sotto controllo.
Però avere tutti gli strumenti necessari per riuscire a “guidare questa mia macchina” è importante perché mi aiutano a non uscire dalla carreggiata o comunque, anche se esco, posso ritornare al centro.
Ora ho gli strumenti per farlo.
Non voglio più andare in quella zona che mi scatena il panico, quella zona down, che non voglio vivere più.
Io ero una persona molto dura con me stessa. Ero molto rigida e far cadere questi muri di convinzioni non era facile, ma con Dario e Cristina è stato naturale.
Con il loro modo chiaro di comunicare, mi hanno trasmesso, già dal primo meeting, la sicurezza che loro mi avrebbero portato fuori dal tunnel. E così è stato!
Quindi il mio feedback sul Metodo INCIMA è positivissimo.
Seguendo anche altri tipi di corsi, con formatori anche molto famosi, mi sono resa conto che il solo parlare in aula non ti aiuta veramente a riprogrammare la tua vita.
Il Metodo INCIMA non è “ti dò la pillolina e dopo l’effetto ti passa”, ma è proprio un Metodo ben definito, ben strutturato per il lungo periodo e soprattutto chiaro.
Chiaro anche per chi ha dei dubbi sulle proprie capacità di farcela.
Sono certa di aver investito bene il mio tempo e le mie risorse e che tutto ciò che ho imparato da questa esperienza lo potrò estendere a qualsiasi situazione, in qualsiasi campo della vita.
Io lo consiglierei a tutti, tant’è che adesso ne parlo con tranquillità anche con gli amici, che mi vedono diversa e mi dicono “Madonna che energia che hai” e vogliono farlo anche loro!
Tutti vogliamo cambiare, ma tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Io ho avuto il coraggio di farlo, di buttarmi e ho ritrovato la fiducia in me stessa.
E dalla fiducia poi si scatena una forza incredibile!
La Titty che sta nascendo è una persona speciale.
La decisione è fondamentale perché è la base di tutto. Mi rendo conto che tutto quello che mi è successo nella vita, è successo perché non ho avuto il coraggio di decidere.
Infatti prima lasciavo agli altri il potere della mia vita. Quando poi le cose vanno male è facile dire all’altro “È colpa tua, è stata colpa tua”.
Adesso vedo una Titty che prende le decisioni e tutto va nella direzione che lei sceglie.
Prima davo tutto per scontato. Quello che facevo non lo apprezzavo perché non mi apprezzavo.
Adesso la nuova Titty è una persona che si apprezza e che si fa apprezzare perché se lo merita, questa è la cosa bella.
“Tu puoi fare tutto quello che vuoi”, questo è il mio nuovo credo.
Ed è vero, è così, ce la posso fare.
Ora sono certa che la mia vita sarà speciale e piena d’amore!
Anzi, lo è già.
Ing. Nunzia Pagliara
Consulente aziendale