Parlavo con i miei ragazzi, Alessandro e Lorenzo… gli parlavo di zombie, incantesimi e pozioni magiche…
Non avrei mai voluto essere io, il mostro di cui ti parlerò – e forse non lo sono – ma temo di esserlo stato e che far finta di nulla non possa che peggiorare le cose.
Vorrei anche dirti che quello che stai per leggere non riguarda te o il tuo passato, la tua educazione, l’ambiente in cui sei cresciuto e le cose che hai fatto, ma mentirei e mi sentirei ancora più “mostro”.
Invece mi auguro che le mie parole liberino anche te da questo fardello.
Faccio un tuffo indietro di circa 30 anni.
Chi ero e cosa facevo? Un ragazzo (di paese) che a poco meno di 20 anni aveva in mente 3 cose: gli amici, le ragazze, la squadra di calcio del cuore.
Non è questo che fa di me un mostro. Ma per spiegarti meglio cosa intendo, dovrò fare un tuffo indietro di altri 20 anni.
Chi erano mio padre e mia madre e cosa facevano? Due ragazzi (di paese) che a poco meno di 20 anni, avevano in mente di avere una famiglia e costruire casa. Mio padre faceva il muratore sin dall’età di 9 anni e mia madre era in casa e aveva imparato a fare la sarta.
Non è questo che fa di loro dei mostri e non voglio accusarli di nulla, mi hanno amato come ogni genitore ama i propri figli, ma è questo il momento in cui comincia la mia vita e non posso non chiamarli in causa per ciò che sono diventato, nel bene e nel male.
A differenza di alcuni anni fa, oggi posso dirlo: sono stato vittima inconsapevole di un incantesimo.
Non ne sapevo nulla, lo giuro, e quando me ne sono accorto non ho passato un solo istante della mia vita senza cercare la pozione magica che me ne avrebbe liberato.
Ma lascia che – prima di rivelarti la pozione che mi ha salvato la vita – ti spieghi meglio la natura del mio incantesimo.
Non ero un principe trasformato in rana, ovviamente.
Per andare immediatamente fuori di metafora, ero un essere umano dalle infinite potenzialità che era stato trasformato in un
ragazzo limitato (dall’educazione, dall’ambiente, dalla cultura) a vivere in una gabbia magica. Io la chiamo la gabbia dalle sbarre invisibili.
Ho imparato presto che la vita che vivevo era l’unica possibile e anche se ad un certo punto mi sono accorto di essere circondato da ragazzi e da adulti che si muovevano come automi, completamente ipnotizzati da schemi precostituiti, la mia camicia di forza invisibile mi rendeva impotente e finivo con il ricadere nella mia di ipnosi.
Ogni tentativo di cambiamento mi sfiniva e i continui “fallimenti” mi riconducevano in gabbia. Tutto sommato in gabbia mi sentivo sicuro. Al riparo da ulteriore frustrazione e sofferenza.
E ogni tentativo di fuga fallito e successivo rientro in gabbia, non faceva altro che ridimensionare sempre più i miei obiettivi.
Si riduceva in me la percezione dei limiti del possibile. Indietreggiavo e piantavo un paletto, indietreggiavo e piantavo
un altro paletto da non oltrepassare.
Vorrei descriverti come mi sento in questo momento, mentre scrivo e rievoco quello sensazioni. Spero di riuscire a rendere
l’idea.
Hai presente gli zombie? Queste figure tetre che si muovono a ginocchia e braccia rigide incapaci di decidere al di fuori dei propri schemi?
Questa è l’immagine che ricorre più spesso nella mia mente, ed è come se ogni volta mi risvegliassi da un incubo.
A dirla tutta, c’era una parte di me che con fare intelligente e ribelle, mi osservava quasi del tutto dissociata, come se si
trovasse fuori dal mio corpo, a due metri di distanza, e mi ripeteva: che ci fai qui? Ci sono ragazzi che alla tua età stanno
conquistando il mondo, sono dall’altra parte dell’oceano e vivono una vita incredibile.
Ce l’hai anche tu una vocina che ti invita ad evadere dalla tua gabbia invisibile?
Beh, io ce l’avevo e come!!
È sempre stata presente, anche se un giorno si è fatta sentire in maniera forte e chiara aiutandomi a trovare le chiavi di quella gabbia e a sconfiggere il mio o i miei carcerieri.
All’età di 27 anni, sono diventato padre di Alessandro. E dopo qualche anno, ancora vittima di quell’incantesimo, è nato anche Lorenzo.
È inutile dire che ho trasmesso loro tutto quello che potevo trasmettergli dall’interno della mia gabbia e presto, molto presto,
anche loro hanno cominciato a diventare dei piccoli automi e a muoversi come piccoli zombie, all’interno dei miei stessi schemi precostituiti.
Ad un certo punto le leggi che governavano la mia casa di carta hanno cominciato a non funzionare più.
La mia vita diventa un inferno. Al divorzio e il conseguente allontanamento dei miei figli segue una crisi nel settore in cui
lavoravo, il mio lavoro non gira come dovrebbe, e presto mi trovo a vivere grosse difficoltà economiche.
Qui si fa ancora più viva quella vocina e questa volta mi ripete < Dario, non puoi fermarti, sarebbe un lusso che non puoi
permetterti, abbi fiducia, ce la farai >
Io credo che ognuno di noi abbia al suo interno questa vocina positiva. Sento che molti hanno un dialogo interno talvolta
distruttivo, ma anche nei più pessimisti, esiste sempre una voce che ti propone una via d’uscita.
Non so se anche tu la senti forte e chiara questa voce, ma ti
assicuro che è stata lei a farmi conoscere la mia mostruosità e a tirarmi fuori da quell’incantesimo.
Ad un certo punto tutto è stato più chiaro.
L’educazione, l’ambiente, la cultura, i valori, le convinzioni, il mio modo di fare ed essere erano i miei mostri.
E io, identificandomi in tutto quello che avevo appreso avevo assunto il volto e le vesti di quella mostruosità chiamata modello mentale.
Chiaro che non vorresti fartene una colpa, però è inevitabile.
< Secondo te, può una persona vittima inconsapevole di un incantesimo considerarsi un mostro? >
Me lo sono chiesto spesso in quegli anni e non sempre la risposta è stata clemente. Sì, a volte sentivo di potermi perdonare, ma l’aver trascinato i miei figli in questo tranello mi rendeva colpevole e ciclicamente inerme, stupido, depresso, arrabbiato.
Ero arrabbiato con me e arrabbiato con i miei genitori…
Ma ben presto mi sono accorto che anche quella rabbia e le emozioni collegate al mio passato facevano parte dello stesso
incantesimo e quindi ho deciso. Ho preso una decisione forte.
Avevo deciso più volte per intenderci. Non era la prima volta che decidevo di svoltare, ma ad un certo punto ho bevuto d’un sorso quella pozione magica e, magicamente, è iniziata la trasformazione.
Ho cominciato a trasformare le mie convinzioni, ho cominciato a trasformare gli schemi limitanti che mi tenevano segregato in
risultati mediocri e causa di tanta sofferenza.
Ho deciso e ho trasformato il mio modello mentale (liberandomi dall’incantesimo) e ho finalmente ottenuto la vita che desideravo.
Una bellissima famiglia, un lavoro fantastico e soddisfazioni su ogni fronte. In primis, ho potuto, negli ultimi 10 anni e grazie a
quella decisione, cambiare direzione nell’educazione dei miei figli.
Glielo dovevo. Dovevo liberare anche loro dall’incantesimo.
Quando ci siamo lasciati gli ho detto: < vorrei che ricordaste solo una parola di tutto quello che vi ho raccontato, la parola
Decisione >.
Anche se la gabbia in cui sei oggi è una gabbia dorata, ricorda che è pur sempre una gabbia invisibile. È stata creata dal tuo
ambiente, dai tuoi genitori, dalla tua educazione.
Sarai veramente libero solo quando avrai e svilupperai la facoltà di decidere quando uscirne. Potrai anche rimanerci, ma in tal caso sarà una tua scelta e non dei mostri del tuo passato.
Spero ti abbia fatto piacere questa mia riflessione ad “alta voce”.
Se anche tu stai vivendo una situazione sfidante e hai bisogno di prendere una decisione, ma senti un blocco e una forte paura,sappi che questi sono i segnali inequivocabili che anche tu sei vittima del tuo incantesimo.
Non è colpa tua, non giudicarti come ho fatto io in passato. Piuttosto scegli di aprirti alla concreta possibilità di apprendere
nuove strategie per realizzare ciò che desideri.
Io ho usato i termini incantesimo, ipnosi, zombie, pozioni magiche, solo per aiutarti nella comprensione ma, in realtà, tutto quello che devi sapere è che le informazioni che hai appreso attraverso l’educazione, l’ambiente e le esperienze ti hanno reso abile nel realizzare alcuni obiettivi e incapace di realizzarne altri.
Se senti il bisogno o sei nelle condizioni in cui è indispensabile per te una svolta decisiva nella tua vita, devi solo diventarne capace.
Devi solo acquisire le informazioni e le strategie su cosa fare e come fare per riuscirci.
Non è complesso, credimi. È non è difficile, se lo vuoi veramente.
Certamente comporta un impegno, ma può persino rivelarsi una semplice passeggiata rispetto alle condizioni che stai vivendo in questo momento ed essere la passeggiata più straordinaria che tu abbia mai fatto.
Cosa ci guadagnerai? Una relazione felice, maggiore fiducia nelle tue capacità, realizzazione professionale, serenità, maggiore qualità nell’educazione dei tuoi figli.
Io non posso saperlo in questo momento, ma posso comunque tenderti la mano e offrirti un sorso della pozione magica che ha definitivamente cambiato la mia vita della aiutandoti nella decisione di fare il primo passo.
Dario Perlangeli
Bellissimo racconto che con la metafora dell’incantesimo descrive quello che, più o meno abbiamo vissuto tutti.
Non è colpa certo dei nostri genitori, vittime dello stesso incantesimo che i più chiamano cultura ma che, come tu ben spieghi, ha troppi aspetti limitanti per poter essere definita tale.
Una eredità culturale dovrebbe mettere le ali al bambino diventato uomo e non relegarlo in quella gabbia dorata che tanto lo rassicura fingendo protezione.
E’ vero…troppi ” stai attento!” ” non prendere freddo” ” vai piano” ” ma chi frequenti?” “quella non è la donna per te”, costruiscono insicurezze e gabbie che possono segnare il percorso di un individuo per tutta la vita.
Io sto, con impegno, cercando la chiave per aprire la mia gabbia neanche tanto dorata; appena ne sarò uscito voglio richiuderla dietro di me e…buttare la chiave!
Meravigliosa storia di come la vita ti offre infinite possibilità, bisogna essere lucidi e coglierle… di come possiamo uscire dalle nostre gabbie e vivere, è non sopravvivere. Grazie